La rilevazione dell’Agenas rientra nell’ambito degli adempimenti e dei mandati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali al fine di affiancare le Regioni/P.A. nel rispetto degli standard organizzativi del Decreto Ministeriale n.70 del 2 aprile 2015 ‘Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera’
Regione che vai, Sanità che trovi. La disparità di assistenza sanitaria si conferma anche nell’ambito delle reti tempo-dipendenti presenti all’interno degli ospedali. Si tratta di strutture che devono occuparsi di quei pazienti che presentano patologie, dagli eventi cardiaci agli ictus, per le quali le conseguenze sono condizionate dalle decisioni e dagli interventi che si mettono in atto nelle prime ore dall’insorgenza dei sintomi. La grande variabilità tra le Regioni italiani è emersa dalla terza ‘Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo – dipendenti‘ dell’Agenas, condotta nel 2023 analizzando i risultati del monitoraggio rispetto all’anno 2022.
La rilevazione rientra nell’ambito degli adempimenti e dei mandati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali al fine di affiancare le Regioni/P.A. nel rispetto degli standard organizzativi del Decreto Ministeriale n.70 del 2 aprile 2015 ‘Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera’. In particolare, per quanto riguarda ad esempio la Rete Cardiologica per l’Emergenza, l’indagine rileva che la Rete “soffre in quella zone più interne e meno servite dove la tempistica dei 90 minuti prevista dagli standard per la Ptca (Angioplastica Coronarica Percutanea Transluminale) e la relativa ricaduta in termini di mortalità sono più rilevanti”. Dunque, afferma il rapporto, “strategicamente una migliore riorganizzazione, come suggerito, per alcune zone, potrebbe essere un punto di svolta per migliorare il trend”.
È “nettamente da migliorare l’invio a programmi di riabilitazione specifica, dove l’organizzazione e il recupero residenziale è scarsamente diffuso sul territorio nazionale e in modo disarmonico”. Anche l’analisi delle performance della Rete ictus mostra “variazioni significative tra le varie regioni e al loro interno. Queste disparità possono essere attribuite in parte al modo in cui sono organizzati i servizi sanitari, all’incompleta integrazione territorio-ospedale-territorio, e alla necessità di adeguare la governance ed i percorsi clinici per le persone colpite da ictus agli standard di cura aggiornati e basati sulle evidenze”. “Difformità ancora importanti sugli esiti” sono registrate dall’indagine anche per la Rete di Emergenza-Urgenza.
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