«Dovere dello Stato è “prendersi cura di chi ci cura” ha detto il ministro in vista all’OMCeO Napoli. Il Presidente dell’Ordine dei medici di Napoli Scotti: «Avere qui con noi il Ministro in un momento così delicato è per noi fondamentale. Il messaggio è chiaro: fate presto»
Un ospite d’eccezione all’Ordine dei Medici di Napoli per fare il punto sulla problematica delle aggressioni al personale sanitario: il ministro della Salute Roberto Speranza è infatti intervenuto al convegno organizzato sul tema che ha visto la partecipazione, oltre che dei vertici OMCeO Silvestro Scotti e Bruno Zuccarelli, dei parlamentari Paolo Siani, Michela Rostan, Maria Domenica Castellone e Federico Conte. Presenti anche i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie della Provincia di Napoli e i rappresentanti di medici, infermieri, ostetriche e professioni sanitarie.
L’incontro è stato l’occasione per ribadire l’importanza di un’azione legislativa condivisa per contrastare le aggressioni al personale sanitario, ma anche per discutere su questioni riguardanti la legge di Bilancio, il Patto per la Salute, e in generale le risorse da mettere in campo per garantire la sicurezza degli operatori della sanità. «Lo Stato ha il dovere di prendersi cura di chi a sua volta si prende cura di noi, di chi ogni giorno lavora negli ospedali e nei luoghi in cui si soffre – afferma ai nostri microfoni Speranza. – Un testo è già stato approvato in Senato ed è ora in discussione alla Camera, lavoreremo per accelerarlo e migliorarlo il più possibile». Il ministro dà segnali di apertura anche sulla presenza della polizia all’interno degli ospedali. «È un punto su cui la discussione è aperta. Io non escludo alcuna misura al momento, e a tal proposito ho istituito un Osservatorio composto da tutti gli Ordini». E sulla carenza di personale aggiunge: «Si tratta di aumentare l’attrattività di questa professione. Il mio impegno è per garantire, nel giro di poco, un aumento del personale».
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«Avere qui con noi il Ministro in un momento così delicato è per noi fondamentale – osserva il presidente dell’Omceo Napoli Silvestro Scotti – soprattutto alla luce delle risposte soddisfacenti che abbiamo ricevuto in merito alla questione. Il messaggio è chiaro: fate presto, come ribadito anche da Speranza».
Così l’on. Michela Rostan, autrice della proposta sull’attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale per il personale sanitario in servizio: «Abbiamo avuto modo di sottolineare che ormai si tratta di una vera e propria emergenza nazionale, la prossima settimana inizieremo la discussione non soltanto del disegno di legge che è già stato approvato al Senato ma anche di tutte le proposte, tra cui la mia, che ci sono alla Camera. Il mio auspicio, visto che non si tratta solo della sicurezza di una categoria di lavoratori ma di un miglioramento complessivo di un servizio pubblico essenziale, è che si arrivi nel più breve tempo possibile alla stesura di un testo unanime».
Una delle aree più colpite dai fenomeni di violenza è quella dell’emergenza urgenza: «Questo è un momento in cui le persone devono essere sensibilizzate, portate a conoscere il nostro impegno – sottolinea il dott. Giuseppe Galano, Responsabile Centrale Operativa 118. – È fondamentale educare il cittadino a ricevere aiuto, ma questo deve passare per una conoscenza di quelle che sono, ad oggi, le nostre condizioni di lavoro».
L’obiettivo dichiarato da Speranza nel suo intervento a chiusura dei lavori è quello di «avvicinare sempre più la realtà ai principi contenuti nell’articolo 32 della nostra Costituzione». Un lavoro che passa da una riforma sostanziale del sistema sanitario: «I due miliardi in più stanziati nella manovra finanziaria per il fondo sanitario nazionale ci consentiranno investimenti importanti per migliorarare quelle criticità che ad oggi allontanano dal cittadino dal percepire positivamente l’assistenza sanitaria pubblica. Uno fra tutti, la carenza di medici».
Ancora il ministro sulle più importanti novità per il settore: «Dal 1 settembre 2020 il superticket non esisterà più. Un provvedimento che è vicino alle classi più deboli della nostra società, che parla soprattutto al Mezzogiorno, dove i costi delle visite specialistiche sono più alti che al Nord».
Speranza propone inoltre un maggior utilizzo dei presidi territoriali come intermediari diretti tra la popolazione e il sistema sanitario: «I medici di medicina generale possono aiutare a ridurre e a filtrare gli accessi negli ospedali anche attraverso i loro studi maggiormente attrezzati per diagnosi di primo livello. O anche far sì che una parte di funzioni che ad oggi ricadono sull’ospedale possano essere sviluppate nella farmacia dei servizi».