La legge delega prevede la nascita del CIPA, il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche in favore delle persone anziane. Il relatore Zaffini (Fdi): «Anziani non autosufficienti potranno scegliere tra assegno e servizi»
La legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane ha superato il primo scoglio del Senato (senza voti contrari) e ora approda in seconda lettura alla Camera dove dovrebbe trovare rapida approvazione. Un segnale importante, data anche l’età media che avanza e la necessità di offrire un’assistenza più adeguata alle crescenti esigenze degli anziani.
I numeri indicano l’Italia come uno dei paesi più anziani del mondo: a causa della bassa natalità, tra vent’anni gli anziani saranno 19 milioni, il 34% della popolazione, e gli over 65 saranno 293 per ogni ragazzo con meno di 15 anni.
Cosa prevede la legge delega Anziani
Nella legge delega viene delineata una riforma articolata e complessiva, volta ad attuare alcune norme della legge di bilancio 2022 e, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti, a realizzare uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che fissa al primo trimestre 2023 il traguardo per l’adozione della legge delega, e al primo trimestre 2024 il traguardo per l’approvazione dei decreti legislativi delegati. Va ricordato che l’ultima legge di Bilancio ha incrementato il Fondo per le non autosufficienze da 100 milioni di euro per il 2022, a 200 milioni per il 2023, fino a 250 milioni per il 2024 e a 300 milioni di euro a decorrere dal 2025, tutte risorse da mettere a sistema.
Alla base della legge la volontà di riconoscere il diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all’istituzione dei “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.
Nella legge delega prevista anche la creazione di un CIPA, il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza. Nel CIPA, grazie a un emendamento del senatore M5S Orfeo Mazzella, potranno entrerare a far parte anche le associazioni per le persone con disabilità.
Attenzione anche agli aspetti psicologici con la promozione di ogni intervento idoneo a contrastare i fenomeni della solitudine sociale e della deprivazione relazionale delle persone anziane, indipendentemente dal luogo ove si trovino a vivere, mediante la previsione di apposite attività di ascolto e di supporto psicologico e alla socializzazione, anche con il coinvolgimento attivo delle formazioni sociali, del volontariato, del servizio civile universale e degli enti del Terzo settore. Una misura che ha trovato il plauso anche di David Lazzari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi.
Zaffini (Fdi): «Possibile scegliere tra assegno e servizi»
«La prima cosa da sottolineare è il cambio di visione apportato dalla legge: l’anziano riprende autorevolezza e non è più solo un problema sociale e sanitario – spiega a Sanità Informazione Francesco Zaffini (Fdi), Presidente della commissione Sanità e Lavoro al Senato e relatore del provvedimento -. La legge vuole promuovere l’invecchiamento attivo scegliendo ad esempio il cohousing e fa da raccordo con le risorse del PNRR dedicate all’Asse cinque».
Per Zaffini la novità più importante riguarda la possibilità di scelta tra assegno e servizi: «La legge tende a deistituzionalizzare l’assistenza agli anziani. Sul versante dell’autosufficienza l’anziano e la sua famiglia potranno scegliere tra l’assegno o un pacchetto di servizi incrementali rispetto al valore economico dell’assegno. Non sarà più il direttore della Asl a decidere dove andare ad usufruire di questi servizi».
Bernabei (Italia Longeva): «Priorità è assistenza domiciliare»
Anche Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva, plaude alla legge: «È il primo atto concreto che vediamo nell’ultimo trentennio – spiega a Sanità Informazione -. Ricordo nella finanziaria del 1988 che il ministro Donat Cattin trovò trentamila miliardi di lire per costruire 30mila posti letto per RSA. C’era l’idea di far fronte all’invecchiamento del Paese. Dopo è stato fatto ben poco».
Decisivi saranno i decreti legislativi delegati, attesi entro il 2024. Per Bernabei la priorità è l’assistenza domiciliare: «Mi aspetto che venga data una strutturazione all’assistenza domiciliare che è la madre di tutte le battaglie ma che non può essere pensata come una banale assistenza semisociale. Con la popolazione che abbiamo di non autosufficienti, l’ADI è difficile come la neurochirurgia. Dobbiamo dotarci di metodologie e di strategie culturali per farla bene. Mi aspetto che venga sistematizzato un modello di assistenza domiciliare fatta di professionalità e tecnologia».
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