Il testo unico sancisce l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni presso ciascuna sede in cui siano impiegati almeno quindici dipendenti e che abbia servizi aperti al pubblico, di defibrillatori semiautomatici ed automatici esterni (DAE) e di personale formato. «Droni permetteranno di salvare molte persone» sottolinea il medico e deputato M5S Manuel Tuzi
Le Pubbliche amministrazioni dovranno dotarsi entro il 2025 di defibrillatori e di personale formato. Lo ha stabilito la Camera dei deputati che ha approvato con 502 voti a favore e nessuno contrario il Testo unico che prevede “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero”. Il testo passa ora all’esame del Senato per il via libero definitivo.
Nello specifico, il provvedimento sancisce l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di dotarsi entro il 31 dicembre 2025, presso ciascuna sede in cui siano impiegati almeno quindici dipendenti e che abbia servizi aperti al pubblico, di defibrillatori semiautomatici ed automatici esterni (DAE) e di personale formato.
La legge ha visto una collaborazione bipartisan tra le forze politiche, tanto che prende il nome dalla relatrice Maria Lapia (M5S) e da Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia.
Plauso alla norma dal Ministro della Salute Giulia Grillo: «Su temi così importanti è bello essere uniti. Al Ministero della Salute abbiamo stanziato oltre 2 mln per dotare le strutture pubbliche di defibrillatori. E presto con la Rai lanceremo una campagna sensibilizzazione primo soccorso» ha scritto su Twitter la titolare del dicastero della Salute.
Tra le misure previste, l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di dotarsi di defibrillatori sulla base di un criterio di gradualità fondato su determinati elementi (tra cui gli orari di apertura al pubblico, l’ubicazione, il bacino di utenza di riferimento, i tempi di arrivo dei mezzi di soccorso); la previsione della possibilità di utilizzo dei defibrillatori, in condizioni di necessità, anche da parte di persone non specificamente formate; l’adozione di un’unica applicazione mobile con interfaccia valida su tutto il territorio nazionale e di software integrati con le Centrali operative regionali del 118.
«La legge Lapia-Mulè sull’utilizzo dei defibrillatori automatici e semi automatici che oggi ha ottenuto il via libera di Montecitorio in attesa del Senato, è una svolta del sistema sanitario che ci permetterà di salvare molte vite. La maggior parte dei decessi per arresto cardiaco avviene in soggetti “sani” e al di fuori del contesto ospedaliero. Per questo si è resa necessaria una normativa che dia gli strumenti adeguati alla cittadinanza per prestare quel primo soccorso, grazie all’utilizzo dei defibrillatori, che può rivelarsi fondamentale» commenta in una nota il gruppo del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali alla Camera.
L’Aula di Montecitorio ha approvato anche un interessante Ordine del giorno presentato dal deputato Manuel Tuzi (M5S) per l’utilizzo dei droni salvavita dotati di defibrillatore in tutti i luoghi pubblici dove non sono disponibili i tradizionali dispositivi salvavita.
«Da medico – spiega Tuzi – so quanto sia importante intervenire tempestivamente in caso di arresto cardiaco. Ci sono molti luoghi difficilmente raggiungibili dai mezzi di soccorso o comunque non raggiungibili in tempi brevi. Pensiamo per esempio alle spiagge o agli impianti sportivi all’aperto. I droni salvavita consentono il trasporto di un defibrillatore in qualsiasi luogo a velocità elevate, fino a 30 chilometri orari, in presenza di vento».
Dei droni salvavita esistono diverse sperimentazioni in Europa e alcuni di questi droni possono, raggiungere la velocità di 100 km orari e tenere traccia delle chiamate mobili di emergenza, utilizzando il GPS per navigare. «L’arresto cardiaco – spiega Tuzi – colpisce senza preavviso, anche persone giovani. Ogni anno una persona su mille viene colpita dalla cosiddetta morte cardiaca improvvisa, centinaia ogni giorno. Di questi ne viene salvato solo il 2% ad oggi, proprio a causa anche dei pochi defibrillatori presenti in ogni luogo o del ridotto numero di persone formate. Questi droni rappresentano il futuro dell’emergenza e permetteranno di salvare molte vite».