Salute 21 Luglio 2023 11:37

Degue, allarme Oms: «In sei mesi più casi di tutto il 2022»

L’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’aumento vertiginoso dei casi di dengue nelle Americhe: il primo semestre si è chiuso con 2,9 milioni di casi nella regione, tra confermati e sospetti, superando il totale dei 12 mesi precedenti

Degue, allarme Oms: «In sei mesi più casi di tutto il 2022»

Sono 2,9 milioni i casi di Dengue registrati nei primi sei mesi del 2023, più del totale dello scorso anno (2,8 milioni di casi nel 2022) e il Brasile da solo rappresenta quasi l’80% dei contagi. Gli altri Paesi con la maggiore incidenza sono Bolivia e Perù. In Brasile, oltre 800 persone sono già morte quest’anno per la malattia, trasmessa dalla zanzara “aedes aegypti” e che, nei casi più gravi, può progredire fino all’emorragica diventando fatale. Il gigante sudamericano nel 2023 ha mostrato un aumento di oltre il 70% del numero di casi rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Secondo l’Oms, le epidemie di dengue seguono un ciclo, comparendo con più forza ogni tre o cinque anni.

Le cause del ritorno della malattia

Oggi, secondo l’Oms, la dengue è endemica in gran parte del territorio centro e sudamericano, e minaccia anche molte zone del sud degli Stati Uniti. Le cause di questo ritorno della malattia sono molteplici. Un ruolo importante, così come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità, viene giocato dall’assenza di strategie di controllo della zanzara vettore. «Ma anche – si legga sul sito dell’Iss –  l’urbanizzazione selvaggia che si è verificata in moltissime zone del Sud del mondo e la conseguente tendenza a vivere in abitazioni e quartieri malsani con un numero sempre crescente di abitanti possono incidere significativamente sulla diffusione del virus. Inoltre, l’aumento dei trasporti di merci e di viaggi e turismo verso le zone tropicali ha consentito l’importazione della malattia in molte zone dove non era endemica. Infine, un ruolo determinante viene giocato dalla carenza di strutture e di politiche sanitarie adeguate e di un sistema di sorveglianza, dato che ancora oggi la malattia, in molti paesi, è registrata solo dai medici di base».

 

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