Salute 14 Gennaio 2025 11:26

Demenza, verso il raddoppio dei casi entro il 2060

Le previsioni si basano sul trend registrato negli Stati Uniti: se nel 2020 sono stati accertati circa 514mila casi, nel 2060 le diagnosi sfioreranno il milione
Demenza, verso il raddoppio dei casi entro il 2060

In quindici anni i casi di demenza aumenteranno in modo esponenziale, fino a raddoppiare entro il 2060. Le previsioni, basate sul trend registrato negli Stati Uniti, sono state messe nero su bianco in uno studio appena pubblicato su Nature Medicine e coordinato dagli esperti della Johns Hopkins University. Se nel 2020 sono stati accertati circa 514mila casi in America, nel 2060 le diagnosi sfioreranno il milione. Secondo gli autori, il rischio di demenza nel corso della vita dopo i 55 anni è di circa il 42%, più del doppio rispetto a quanto riportato finora. Si registra il 35% di rischio negli uomini e il 48% di rischio nelle donne. L’eccesso di rischio nelle donne è dovuto in gran parte ai loro tassi di mortalità più bassi. I risultati dell’analisi hanno anche mostrato un rischio più elevato tra gli adulti neri e nei portatori di una variante del gene APOE4 (tra il 45% e il 60%).

Le cause dell’incremento

Tra i fattori che porteranno all’aumento dei casi vi sono l’invecchiamento della popolazione, ma anche ad alti tassi di ipertensione e diabete, obesità, diete non salutari, mancanza di esercizio fisico, scarsa salute mentale, deficit dell’udito. Lo studio si basa sulle informazioni raccolte dall’Atherosclerosis Risk in Communities Neurocognitive Study (ARIC-NCS), che dal 1987 segue da vicino la salute vascolare e la funzione cognitiva di quasi 16mila individui. “I risultati del nostro studio prevedono un drammatico aumento del carico di demenza negli Stati Uniti nei prossimi decenni, con un americano su due che dovrebbe sperimentare difficoltà cognitive dopo i 55 anni”, dichiara l’autore senior Josef Coresh, epidemiologo presso la NYU Langone. Tra le altre scoperte principali dello studio c’è il fatto che il rischio di demenza nel corso della vita aumenta a oltre il 50% tra coloro che raggiungono i 75 anni.

Cosa fare per invertire la rotta

Gli autori dello studio non si sono limitati solo ad un’analisi dello stato dell’arte attuale e del prossimo futuro, hanno indicato anche una possibile rotta da seguire. I ricercatori della Johns Hopkins University fanno notare che, come dimostrato anche da lavori precedenti, le misure volte a prevenire le malattie cardiache, come il controllo della pressione sanguigna e la prevenzione del diabete, dovrebbero riuscire a rallentare anche il declino cognitivo e prevenire la demenza. “L’imminente boom demografico nei casi di demenza pone sfide significative in particolare per i responsabili delle politiche sanitarie, che devono riconcentrare i propri sforzi su strategie per ridurre al minimo la gravità dei casi di demenza, nonché piani per fornire più servizi sanitari per le persone colpite”, conclude Coresh.

Più risorse per affrontare le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria

Fra i fattori collegati a un rischio aumentato di demenza c’è per esempio anche la perdita dell’udito tra gli anziani, ma solo un terzo degli americani con questo problema usa apparecchi acustici. Coresh raccomanda di incrementare monitoraggio e test, e possibilmente anche programmi per rendere gli apparecchi acustici più ampiamente accessibili. Per l’esperto sono inoltre necessarie più risorse per affrontare le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, osservando che si prevede che i numeri di demenza tra i bianchi raddoppieranno nei prossimi quattro decenni, ma tra i neri triplicheranno. Le politiche sanitarie dovrebbero intensificare dunque gli sforzi per migliorare istruzione e alimentazione infantile in queste comunità più a rischio, fattori che hanno dimostrato essere utili per scongiurare il declino cognitivo in età avanzata.

 

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