Il sostegno familiare può ridurre il rischio depressione e migliorare la salute mentale in generale dei ragazzi LGBQT. Lo conferma una ricerca pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics
L’adolescenza può essere un’età particolarmente difficile e complicata per i ragazzi. E lo può essere anche di più per quelli LGBTQ+, che hanno una probabilità di soffrire di depressione più alta dei coetanei. Tuttavia, quando i genitori stanno loro vicini questa differenza si assottiglia notevolmente. A confermare l’importanza del sostegno famigliare è una ricerca coordinata dal Children’s Hospital of Philadelphia, pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics.
La ricerca ha coinvolto oltre 60mila adolescenti americani che frequentavano visite di controllo annuali. In questo contesto sono stati somministrati test (PHQ-9) tesi a rilevare il benessere psicologico, da cui è emerso che i ragazzi che si dichiaravano LGBTQ+, in confronto ai coetanei etero, avevano un rischio oltre 3 volte più alto di soffrire di depressione e di 4 volte più alto di fare pensieri suicidi o di aver tentato il suicidio in passato. “È importante sottolineare che l’identità LGBTQ+ di per sé non porta a esiti negativi sulla salute; sono fattori strutturali, sociali e psicosociali che determinano queste disuguaglianze”, scrivono i ricercatori.
Gli effetti di questi fattori strutturali, secondo lo studio, possono essere attenuati molto dalla presenza dei genitori. La ricerca ha infatti mostrato che i ragazzi LGBTQ+ che potevano contare sulla vicinanza dei genitori e sulla loro capacità di ascolto dei sentimenti dei figli tendevano ad avere una salute mentale più vicina a quella dei loro coetanei eterosessuali. La presenza dei genitori, inoltre, aveva vantaggi sul benessere mentale anche di questi ultimi. “Il sostegno familiare è un fattore importante che mitiga gli esiti negativi sulla salute negli adolescenti LGBTQ+“, sottolineano i ricercatori, che ricordano che un basso sostegno familiare costituisce anche un ostacolo alle cure. “Il 45% dei giovani LGBTQ+ in cerca di trattamento cita le preoccupazioni relative al permesso dei genitori come un ostacolo per rivolgersi ai servizi di salute mentale“, concludono i ricercatori.
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