Gli antistaminici di seconda generazione (dotati di minore effetto sedativo), classe farmacologica a cui appartiene la desloratadina, come opzione di scelta nella terapia a partire dalle forme di rinite allergica lieve-intermittente: le indicazioni nell’ultimo aggiornamento delle linee guida ARIA 2019
Un cambiamento nelle strategie di gestione della malattia e nuovi approcci per la cura integrata: sono questi gli strumenti per affrontare il peso sociale e i costi economici sempre più impegnativi delle malattie allergiche, secondo quanto stabilito dall’ultimo meeting del progetto Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma (ARIA), tenutosi a Parigi nel 2018.
La situazione del nostro Paese è sotto gli occhi di tutti. Le cifre epidemiologiche parlano di una prevalenza della rinite allergica del 15-20% della popolazione generale, con valori ancora più elevati tra gli adolescenti e i giovani adulti, e soprattutto con una tendenza all’aumento che secondo alcuni studi porterà la quota dei soggetti affetti a circa un terzo della popolazione generale. Si stima inoltre una prevalenza attuale del 10% per l’asma e di circa l’1% di asma grave (classificazione ERS/ATS) [1].
Secondo le indicazioni del progetto ARIA, la rinite allergica viene classificata sia base alla durata dei sintomi in intermittente (<4 giorni/settimana e 4 settimane) o persistente (>4 giorni/settimana e 4 settimane), sia in base alla loro gravità in moderata-grave (con alterazioni del sonno, limitazioni delle attività quotidiane, riduzione delle prestazioni lavorative/scolastiche e sintomi gravi) oppure lieve (con sintomi che non influiscono negativamente sulla qualità di vita del soggetto) [2].
Per quanto riguarda il trattamento della rinite allergica, la terapia si basa su tre pilastri: profilassi ambientale, terapia medica e immunoterapia specifica (desensibilizzazione). Per la terapia medica, in particolare, le classi di farmaci utilizzati sono gli antistaminici (sistemici o topici) i glucorticoidi nasali e i cromoni [2].
Una svolta fondamentale nella terapia è stato lo sviluppo di antistaminici di seconda generazione, dotati di minor effetto sedativo, un problema che affliggeva le molecole di prima generazione [2]. Questi farmaci ora sono raccomandati dalle linee guida del progetto ARIA per tutte le forme di malattia (lieve intermittente; moderata-grave intermittente; lieve-persistente; moderata-grave persistente [1]) e sono efficaci soprattutto su rinorrea, starnuti e prurito. Per una maggiore efficacia
anche sulla congestione nasale, gli antistaminici di seconda generazione vendono solitamente assunti in combinazione con glucorticoidi nasali [2].
Tra i farmaci antistaminici di seconda generazione spicca desloratadina, antagonista non sedativo dell’istamina, a lunga durata d’azione e con attività antagonista selettiva per i recettori H1 periferici. Il farmaco è indicato negli adulti e negli adolescenti a partire dai 12 anni di età per l’alleviamento dei sintomi associati a rinite allergica e orticaria.
Il profilo di efficacia è stato verificato su pazienti con rinite allergica, che hanno mostrato un miglioramento delle condizioni cliniche in termini di attenuazione di starnuti, secrezione e prurito nasale, lacrimazione arrossamento oculare e prurito al palato, con un soddisfacente controllo dei sintomi per 24 ore. Per quanto riguarda la sicurezza, in uno studio clinico che prevedeva dosi ripetute fino a 14 giorni e con dosi giornaliere fino a 20 mg di desloratadina, non sono emersi effetti cardiovascolari significativi. In un secondo studio, dosi di 45 mg/die, cioè nove volte superiori alla dose terapeutica, i tracciati elettrocardiografici dei soggetti coinvolti non hanno mostrato alcun prolungamento del tratto QTc.
Bibliografia
1. Passalacqua G et al. ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma) 2019. Percorsi di cura per la rinite allergica –
ITALIA
2. Lamacchia D, Canonica GW. Le malattie allergiche delle vie aeree. Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 1
• vol. 27 • 2020
3. Aerius -RCP