Salute 3 Ottobre 2024 10:46

Diabete di tipo 2: negli under 21 casi aumentano del 9% ogni 2 anni. SIEDP: “Nei giovani malattia più aggressiva”

Aumenta la prevalenza del diabete di tipo 2 nei giovani: negli ultimi 10 anni i casi sono aumentati del 9% negli under 21 ogni 2 anni. A confermarlo i risultati di uno studio in corso di pubblicazione sulla rivista Diabetologia

Diabete di tipo 2: negli under 21 casi aumentano del 9% ogni 2 anni. SIEDP: “Nei giovani malattia più aggressiva”

Aumenta la prevalenza del diabete di tipo 2 nei giovani: negli ultimi 10 anni i casi sono aumentati del 9% negli under 21 ogni 2 anni. A confermarlo i risultati di uno studio osservazionale su scala globale in corso di pubblicazione sulla rivista dell’European Association for the Study of Diabetes, Diabetologia, guidato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche e dall’Università Politecnica delle Marche. Condotto su quasi 97mila bambini di tutto il mondo tra il 2012 e il 2021, lo studio ha preso in considerazione il registro mondiale SWEET, che riunisce dati clinici e demografici relativi a giovani under 25 affetti da diabete, raccolti da 160 centri distribuiti a livello mondiale.

L’età media della diagnosi del diabete ti tipo 2 è di 13 anni

La ricerca ha analizzato i dati sulla diffusione del diabete, nella fascia di età inferiore a 21 anni, riscontrando un costante aumento dei casi di malattia negli ultimi 10 anni, con un aumento proporzionale del 9% ogni due anni rispetto a tutte le nuove diagnosi. L’età media alla diagnosi è di 13 anni ma nell’8% dei nuovi casi, i bambini hanno meno di 10 anni. “Con questo studio abbiamo indagato e dimostrato come anche tra i giovanissimi sia in crescita l’incidenza del diabete di tipo 2, una malattia su base metabolica che fino a qualche tempo fa era tipica dell’età adulta o avanzata”, dichiara Valentino Cherubini, presidente SIEDP e direttore della Diabetologia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Ancona.

A essere colpiti maggiormente dal diabete di tipo 2 sono gli adolescenti con 13-15 anni

“Valutando la frequenza e le caratteristiche cliniche dei giovani con diabete di tipo 2 tra il 2012 e il 2021, con meno di 21 anni al momento della diagnosi e senza alcuna diagnosi di pre-diabete, è emerso come la percentuale di diabete di tipo 2 sia passata dal 3,2% del 2012/2013 al 6% del 2020/2021″, sottolinea Cherubini. “Quindi, appunto, con un tasso di incremento relativo del 9% per biennio. A essere colpiti – continua – sono stati specialmente gli adolescenti tra i 13 e i 15 anni, per i quali le diagnosi hanno fatto registrare un picco, ma non sono risparmiati neanche i bambini. L’8% dei nuovi casi di diabete di tipo 2 sono stati infatti rilevati nei bambini con meno di 10 anni. Dal nostro studio è inoltre emerso che il 75% dei bambini seguiti in centri europei, americani, australiani e neozelandesi aveva valori di indice di massa corporea (BMI) superiori al 97esimo percentile, cioè in condizioni di obesità, al momento della diagnosi di diabete”.

Cherubini (SIEDP): “Necessario estendere screening nei bimbi a rischio”

“È quindi sempre più evidente come si stia andando incontro a un’epidemia di diabete tipo 2 fra i giovanissimi che richiede di pensare nuove misure preventive che prendano in considerazione anche i bambini”, puntualizza il presidente SIEDP. “Ad oggi, le linee guida dell’ISPAD, la Società internazionale per il diabete pediatrico e dell’adolescenza, raccomandano uno screening mirato dopo l’inizio della pubertà – prosegue – o dopo i 10 anni di età nei giovani con un BMI uguale o superiore all’85esimo percentile per la loro età e sesso, e con fattori di rischio per il diabete di tipo 2. I nostri risultati evidenziano però la necessità di maggiori sforzi per prevenire, individuare e trattare l’eccesso di peso prima della pubertà. Inoltre, i nostri risultati hanno dimostrato che, aspettando che un bambino raggiunga i 10 anni per lo screening del diabete di tipo 2, almeno l’8% dei pazienti potrebbe non essere individuato”.

Nei giovani il diabete è più aggressivo che negli adulti

“Il diabete di tipo 2 con esordio nell’infanzia o nell’adolescenza è più aggressivo del diabete di tipo 2 con esordio nell’adulto, e presenta un rischio più elevato di complicanze e insorgenza di ulteriori patologie a lungo termine, nonché di mortalità prematura rispetto al diabete di tipo 1 con esordio in età giovanile e una riduzione della salute e della qualità di vita complessiva”, afferma Cherubini. “Pertanto, rappresenta un onere clinico, sociale ed economico, con un elevato impatto sui sistemi sanitari ed è dunque indispensabile che gli endocrinologi pediatri, in prima linea per fronteggiare una simile emergenza, facciano informazione, educazione e prevenzione per arginare questo fenomeno”, conclude.

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