Testimonial dell’iniziativa è il noto attore e doppiatore Pino Insegno: “Giusto che le persone che hanno una certa notorietà e credibilità aiutino a diffondere la prevenzione. Anche io ho paura di fare le analisi, ma spesso sono utili per evitare un domani una spesa maggiore, sia per noi che per lo Stato”.
Il 63% dei pazienti affetti da diabete non rispetta correttamente la terapia prescritta dal medico: il 25% non la segue affatto, mentre il restante 38% la segue in maniera discontinua. Il preoccupante dato emerge dal monitoraggio gratuito dell’aderenza alla terapia effettuato in oltre 5.500 farmacie su 16.700 diabetici, dall’11 al 16 novembre in occasione del DiaDay 2019.
In particolare, sorprende che, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato considerando la gravità della loro condizione, i diabetici di Tipo 1 hanno percentuali di aderenza bassissime. Infatti, anche per essi, i risultati indicano bassa aderenza nel 29% dei casi, media aderenza nel 38% dei casi e alta aderenza solo nel 33% dei casi. Risultati altrettanto preoccupanti si registrano nei pazienti affetti da diabete di Tipo 2.
La scarsa aderenza alla terapia nei diabetici di Tipo 1 è gravissima perché mette a repentaglio la vita dei pazienti che vanno incontro a complicanze e fa lievitare i costi socioeconomici, determinando la necessità di terapie aggiuntive, ulteriori prestazioni e ricoveri.
“Sono dati allarmanti” afferma il vicepresidente di Federfarma Vittorio Contarina, coordinatore dell’iniziativa. “Un’aderenza così scarsa alla terapia da parte dei pazienti diabetici comporta conseguenze gravissime per la salute, oltre che enormi costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Dopo due edizioni focalizzate sulla ricerca di persone che non sapevano di essere diabetiche o a rischio, nelle quali la farmacia ha dimostrato il suo ruolo nell’attività di screening e prevenzione, quest’anno ci siamo occupati del monitoraggio del paziente cronico, cercando di valutare il grado di aderenza dei diabetici alla terapia prescritta dal medico. E’ questo un modo per accompagnare il paziente nel suo percorso di cura, convincendolo a correggere gli errori e ad adottare i comportamenti più adatti per migliorare l’aderenza alla terapia. Quest’anno – continua Contarina – il numero di rilevazioni è stato inferiore rispetto agli anni passati, perché nelle due edizioni precedenti sono stati coinvolti tutti i cittadini, mentre in questa terza edizione solo i cittadini con diabete conclamato”.
“Il DiaDay è un’iniziativa che si inserisce perfettamente nell’evoluzione in atto, che sta trasformando la farmacia da luogo di erogazione del farmaco a luogo in cui si dispensa salute” commenta il presidente di Federfarma Marco Cossolo. “Insieme al farmaco, il farmacista fornisce una serie di informazioni e consigli per la sua corretta assunzione e per massimizzare l’efficacia della cura con stili di vita adeguati. Il diabete è una patologia molto diffusa: si calcola che una maggiore aderenza alla terapia da parte dei diabetici, così come da parte di pazienti affetti da altre patologie altrettanto comuni, permetterebbe al SSN considerevoli risparmi da investire nella prevenzione e nel miglioramento dell’assistenza sanitaria al cittadino”.
“Il DiaDay è un appuntamento importante per i cittadini e per le farmacie, soprattutto in questo momento che vede ai nastri di partenza la realizzazione concreta della farmacia dei servizi” afferma il segretario di Federfarma Roberto Tobia. “Con l’approvazione delle linee guida per l’attuazione dei nuovi servizi, si accelera l’evoluzione di una farmacia sempre più orientata verso le necessità di salute e benessere dei cittadini. La sperimentazione darà conferma del fondamentale ruolo svolto dalla farmacia sul territorio nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. La non aderenza alla terapia è fonte di spreco e la farmacia può fare molto per combatterla, consentendo così di utilizzare al meglio le risorse in favore della collettività”.
Testimonial dell’iniziativa è il noto attore e doppiatore Pino Insegno: “Giusto che le persone che hanno una certa notorietà e credibilità aiutino a diffondere la prevenzione. Il ‘pre’ è molto importante perché ti aiuta a stare meglio dopo. Anche io ho paura di fare le analisi, ma spesso sono utili per evitare un domani una spesa maggiore, sia per noi che per lo Stato”.