Salute 28 Ottobre 2024 09:15

Diabete, Sid: “Aumenta obesità ed accelera declino cognitivo e invecchiamento”. Ecco perché

Gli esperti Sid: “Sovrappeso e obesità sono sempre più comuni tra gli individui con diabete di tipo 1. Ancora, l’eccesso di glucosio potrebbe accelerare il declino cognitivo e la perdita di funzionalità del compartimento staminale, tipica del diabete, è uno dei meccanismi alla base dell’invecchiamento”

Diabete, Sid: “Aumenta obesità ed accelera declino cognitivo e invecchiamento”. Ecco perché

Sin dalla giovane età può causare un aumento di sovrappeso e obesità, mentre andando più avanti negli anni può accelerare sia il declino cognitivo, che l’invecchiamento. Sono le conseguenze del diabete, una patologia che, stando ai più recenti dati ISTAT, solo in Italia colpisce il 5,9% della popolazione, ovvero oltre 3,5 milioni di persone. “Sovrappeso e obesità stanno diventando più comuni anche negli individui con diabete di tipo 1. “Negli Usa un terzo di chi ha diabete di tipo 1 è in sovrappeso, il 20% è obeso e anche in Europa la prevalenza dell’accumulo ponderale sta aumentando”, spiega Ernesto Maddaloni, intervenuto nel corso del 30°  Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia (Sid). Ciò vale anche tra i pazienti pediatrici, dove “si intravede un’epidemia di obesità  con incidenza tra il 5 e il 20%. Un problema serio, se pensiamo che si tratta di una popolazione a rischio già affetta da una condizione cronica”.

L’obesità potrebbe indurre la resistenza all’insulina

Le cause, per un tipo di diabete solitamente associato alla magrezza, sono da ricercarsi nell’aumento della terapia insulinica, nella ridotta attività fisica come il consumo di carboidrati semplici, cui si aggiungono fattori generici come l’adozione di stili alimentari scorretti. L’aumento di peso può stimolare l’autoimmunità nel pancreas e accelerare la distruzione delle preziose Beta cellule. È stata chiamata ‘ipotesi  dell’acceleratore’: l’adiposità viscerale determina uno stato proinfiammatorio cronico di basso grado che costruisce un ponte verso la distruzione delle cellule pancreatiche. Meccanismi che potrebbero innescare una reazione immunitaria anche in persone con rischio genetico più lieve, favorendo l’insorgenza di forme di diabete lentamente progressive (Lada). “La presenza di sovrappeso e obesità potrebbe indurre resistenza all’insulina nelle persone con diabete di tipo 1, generando una forma di ‘doppio diabete’ in cui coesistono caratteristiche del tipo 1 e del tipo 2-  aggiunge Angelo Avogaro, presidente Sid – . Ma non è tutto, perché l’aumento di peso ha un’influenza  negativa anche sul rischio di complicanze. Aspetti ancora  sottovalutati, che rendono necessarie ulteriori ricerche che  rispondano a domande come l’influenza dell’aumento di peso sulla  storia naturale del diabete di tipo 1”, sottolinea lo specialista.

Il diabete di tipo 2 aumenta il rischio di Alzheimer del 50-100%

Tra le altre conseguenze rilevanti del diabete, analizzate nel corso del 30/mo Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia, c’è anche il declino cognitivo, la cui accelerazione potrebbe essere causata dall’eccesso di glucosio. Il 67% di chi ha il diabete è over65, il 20% over 80, età in cui è più comune un declino delle  funzioni cognitive. “La persona con diabete mellito è più esposta a diverse forme di decadimento cognitivo e malattie neurodegenerative, con un notevole impatto sulla qualità della  vita, anche del nucleo familiare”, spiega Carla Greco, coordinatrice nazionale YoSid (Gruppo giovani Sid). Nei soggetti con diabete anziani e ospedalizzati “la demenza  rappresenta la prima causa di morte quando confrontati con soggetti di pari età”, continua Greco. “L’invecchiamento induce  cambiamenti nella composizione corporea come perdita di massa muscolare e osso e aumento di massa grassa che aumenta il rischio di sviluppare diabete. Tra le comorbilità, la demenza è tra le più comuni nelle persone con diabete di più di 70 anni: deterioramento cognitivo e fragilità hanno in comune anche meccanismi come lo stress ossidativo e l’origine metabolica”, sottolinea inoltre Angelo Avogaro, presidente Sid. Il diabete di tipo 2 aumenta il rischio di demenza di Alzheimer del 50-100% e di demenza vascolare del 100-150%. Se a concentrazioni moderate l’insulina ha effetti neuroprotettivi, in quantità elevate può favorire l’aumento di proteina Beta amiloide e Tau, che inducono i sintomi dell’Alzheimer. Questo rende l’encefalo un organo insulino-sensibile, la cui capacità di  moderare il flusso cerebrale viene alterata dall’iperglicemia cronica che causa la formazione di specie reattive all’ossigeno. Le ultime classi di farmaci portano ottimismo: “Nuove e recenti  evidenze – continua Greco – hanno messo in luce specifici effetti di una classe di farmaci antidiabetici, gli analoghi del  recettore del Glp-1, in termini di potenziamento della  neurogenesi, contrasto alla morte delle cellule cerebrali,  protezione dallo stesso ossidativo e della neuroinfiammazione in  diverse condizioni neurologiche”.

Il diabete accelera l’invecchiamento

Ad aumentare ulteriormente il rischio di declino cognitivo c’è anche un altro fattore: chi soffre di diabete invecchia più velocemente. Nella popolazione con diabete la perdita di funzionalità del compartimento staminale, uno dei meccanismi alla base dell’invecchiamento, infatto, avviene in maniera accelerata. “L’obesità e il diabete sono in grado di alterare la funzionalità degli adipociti anche quando si trovano ancora in  uno stadio di staminalità – spiega il prof. Sebastio Perrini -. Senza un normale turnover  cellulare fisiologico i tessuti invecchiano, la pelle perde la sua naturale elasticità e le cellule vanno più facilmente incontro a disfunzione, favorendo l’insorgenza di patologie tipiche dell’invecchiamento, quali le malattie cardiovascolari, neurologiche e renali”. La lipotossicità, una delle alterazioni metaboliche associate al diabete, è caratterizzata da eccesso di acidi grassi liberi nel sangue, con l’accumulo di grasso in sedi ectopiche, dove normalmente non dovrebbe essere (o essere poco) presente: viscere addominali, cuore, fegato, pancreas. Con conseguente possibile insorgenza della sindrome cardio-renale-metabolica, fino alla disfunzione multiorgano e a esiti cardiovascolari avversi. Oltre all’invecchiamento, il diabete contribuisce a sviluppare condizioni che riducono la qualità e potenzialmente l’aspettativa di vita. Impatta anche su fertilità e funzione sessuale: disturbi ormonali secondari a una cronica iperglicemia possono favorire infertilità, disfunzione erettile negli uomini e irregolarità del ciclo mestruale nelle donne, anche in giovane età. Livelli elevati di glucosio e conseguente stress ossidativo possono dare via neuropatia e vasculopatia, causando debolezza,  difficoltà motorie, o favorendo l’insorgenza del cosiddetto ‘piede diabetico’. Nelle persone con diabete, un deficit secretorio dell’insulina favorisce la perdita di massa muscolare. “Il diabete accelera il processo di invecchiamento cellulare e ha un impatto devastante su numerosi organi e tessuti”, spiega Raffaella Buzzetti, presidente eletta Sid. Fondamentali “diagnosi precoce, trattamento intensivo e continui progressi nella  ricerca, per affrontare le sfide poste da questa complessa  malattia”, conclude la specialista.

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

 

Articoli correlati
Obesità e diabete: arriva in Italia tirzepatide
Via libera da AIFA a tirzepatide nel trattamento dell’obesità, del sovrappeso e del diabete di tipo 2. Il farmaco è il primo trattamento di una nuova classe terapeutica, che attiva sia i recettori ormonali del GIP, sia quelli del GLP-1. Tirzepatide è attualmente disponibile in classe CNN (classe C non negoziata)
Tirzepatide (Eli Lilly) riduce del 94% il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 negli adulti con prediabete, obesità o sovrappeso
Nello studio di fase III SURMOUNT-1 tirzepatide - agonista dei recettori GIP e GLP-1 – ha fatto registrare una riduzione del 94% del rischio di progressione al diabete di tipo 2 di adulti con prediabete, obesità e sovrappeso. Tirzepatide è stata valutata 1.032 adulti affetti da prediabete e obesità o sovrappeso per un periodo di trattamento di 176 settimane, seguito da un periodo senza trattamento di 17 settimane
L’olio evo contrasta diabete, ipertensione e sindrome metabolica
L'olio extravergine di oliva (Evo) gioca un ruolo chiave nel contrastare l'insorgenza delle patologie cronico-degenerative non trasmissibili come il diabete mellito, l'ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, i tumori, le malattie a carico del sistema nervoso e la malattia renale cronica. Lo confermano le ricerche condotte e in corso all'Università degli Studi di Roma Tor Vergata
di V.A.
In Italia l’obesità uccide 4 volte in più degli incidenti d’auto
Nel nostro paese l'obesità è in aumento esponenziale e sempre più "killer", con un numero di morti all'anno 4 volte superiore a quello degli incidenti d'auto, e una previsione, entro il 2035, di 1 adulto italiano su 3 obeso. E' l'allarme lanciato dalla Società italiana di nutrizione umana per sensibilizzare sull'importanza della sostenibilità alimentare e sull'adozione di scelte alimentari corrette, in grado di agire positivamente sia sull'uomo che sul pianeta
Diabete di tipo 2: remissione possibile con stile di vita sano, benefici anche per cuore e reni
Il diabete di tipo 2 può essere "curato" perdendo peso e, in generale, adottando uno stile di vita sano, riducendo significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e renali. Queste sono le conclusioni di uno studio dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD), pubblicato sulla rivista Diabetologia
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...