Salute 11 Ottobre 2018 12:58

DiaDay, ecco i dati della prima edizione: 19mila casi di diabete, ma il 3% non lo sapeva

SINTESI DEI DATI DEL DIADAY 2017, PRIMA CAMPAGNA NAZIONALE DI SCREENING GRATUITO DEL DIABETE IN FARMACIA Nell’ambito della campagna DiaDay realizzata in 5.671 farmacie italiane sono stati monitorati gratuitamente 160.313 individui in soli 11 giorni. Si tratta di un chiaro esempio di come la farmacia possa essere un soggetto di primaria importanza nell’attuazione di screening […]

SINTESI DEI DATI DEL DIADAY 2017, PRIMA CAMPAGNA NAZIONALE DI SCREENING GRATUITO DEL DIABETE IN FARMACIA

Nell’ambito della campagna DiaDay realizzata in 5.671 farmacie italiane sono stati monitorati gratuitamente 160.313 individui in soli 11 giorni. Si tratta di un chiaro esempio di come la farmacia possa essere un soggetto di primaria importanza nell’attuazione di screening di prevenzione primaria e secondaria. Ai soggetti è stato somministrato un questionario con alcune domande predittive del rischio di sviluppare il diabete nei dieci anni successivi (Diabetes Risk Score DRS, validato dalla comunità  scientifica internazionale) ed è stata offerta una autoanalisi della glicemia. Grazie all’elaborazione on line la farmacia ha potuto consegnare in tempo reale al cittadino il risultato del test. Obiettivo della campagna è individuare tre tipologie di casi: soggetti con diabete non diagnosticato, soggetti in condizione di prediabete e soggetti normali comunque a rischio di sviluppare la patologia nell’arco dei prossimi 10 anni. I soggetti monitorati sono stati per il 60% Donne e per il 40% Uomini. La preponderanza femminile corrisponde anche a una maggior frequentazione delle farmacie da parte delle donne (sono loro che solitamente si occupano della salute di figli, anziani e coniugi, oltre che della propria).

POPOLAZIONE MONITORATA

Dei 160.313 soggetti esaminati, l’82% ha più di 44 anni; il 44% ha più di 64 anni. Anche questo dato  rispecchia l’età adulta/anziana degli utenti della farmacia. I giovani/adulti fino a 34 anni rappresentano il 6,81% del campione. Una percentuale contenuta che è però di grande importanza perché scoprire il diabete o una condizione di prediabete in giovane età permette di contrastarne da subito nel migliore dei modi l’evoluzione. Il 37% dei soggetti è stato esaminato dopo digiuno notturno.  Il 63%  ha fatto l’autoanalisi della glicemia in un qualunque momento della giornata, non dopo digiuno notturno. La distinzione è importante perché la diagnosi di prediabete si può fare solo sulla base di valori di glicemia rilevati dopo digiuno notturno. La scoperta di diabete in un soggetto che non sa di esserlo risulta dal valore della glicemia (uguale/maggiore di 200 mg/dL), indipendentemente dalla condizione di digiuno o non digiuno. Ovviamente un paziente diabetico ben trattato può presentare valori normali di glicemia.

RISULTATI DELLO SCREENING

Casi di diabete: Sui 160.313 soggetti esaminati ne sono risultati diabetici 19.077 (11.90% del campione). Di questi, 14.662 sono persone che hanno dichiarato nel questionario di aver ricevuto una diagnosi pregressa di diabete; 4.415 sono persone che non sapevano di avere il diabete (pari al 3% dei soggetti che si sono sottoposti allo screening senza aver ricevuto in precedenza una diagnosi di diabete). Questo dato è molto interessante perché permette a oltre 4.000 persone di curarsi evitando l’aggravamento della malattia e le conseguenti complicanze. Anche da un punto di vista economico curarsi tempestivamente significa minori costi sia per il singolo che per il Servizio sanitario nazionale. Lo screening è stato comunque utile anche per gli oltre 14 mila diabetici che sapevano già di esserlo, in quanto il valore rilevato della glicemia ha permesso di valutare il grado di compensazione della patologia. Di tutti i soggetti risultati affetti da diabete, il 64,07% ha più di 64 anni e il 19,63% ha tra i 55 e i 64 anni. Ma il dato più interessante è quello che riguarda i giovani adulti: l’1,95% dei soggetti con diabete ha un’età inferiore a 34 anni. La patologia risulta equamente distribuita tra uomini (50,42%) e donne (49,58%).

Casi di Prediabete: Su 141.236 soggetti esaminati (cioè 160mila casi totali al netto dei 19mila soggetti diabetici), 18.881 persone sono risultate Prediabetiche (13.37%). Di queste, due terzi presentavano valori di glicemia a digiuno compresi tra 100 e 110 mg/dL; un terzo aveva la glicemia a digiuno tra 111 e 125 mg/dL. La condizione di prediabete interessa con moderata prevalenza le donne (53%) e in misura leggermente minore gli uomini (47%). Il 2,57% dei soggetti risultati prediabetici ha meno di 34 anni. La percentuale è contenuta ma di enorme importanza perché queste persone, adottando opportuni comportamenti alimentari e stili di vita potranno in gran parte evitare di sviluppare il diabete a distanza di alcuni anni, quindi in età ancora giovane. La maggior parte delle diagnosi di prediabete riguarda soggetti ultrasessantaquattrenni (55,48%). Se si considerano anche le fasce di età 45-54 e 55-64 si osserva che oltre il 90% dei soggetti esaminati si trova in condizione di Prediabete.

Valutazione del rischio di Diabete: Il questionario Diabetes Risk Score DRS ha consentito di calcolare, nei soggetti prediabetici e in quelli normali, il rischio di sviluppare il diabete nell’arco dei prossimi dieci anni. Il risultato è dato da un punteggio calcolato in base alle risposte a domande che riguardano lo stile di vita, le abitudini alimentari, la familiarità con la patologia e le caratteristiche personali (es.: età, misura del giro vita). La diagnosi di prediabete in questo contesto di ricerca (che non prevede un carico orale di glucosio) può essere fatta solo con la determinazione della glicemia a digiuno. La diagnosi di diabete, invece, presuppone il rilievo di una glicemia a digiuno eguale o superiore a 125 mg% o di una glicemia in qualunque momento della giornata eguale o superiore a 200 mg%. I dati raccolti durante lo screening evidenziano come i prediabetici con un rischio elevato (1:3) di sviluppare la patologia nei prossimi 10 anni siano soprattutto ultrasessantaquattrenni (65,35%), seguiti dalla fascia di età 55-64 anni (23,70%). Analogo il trend per quanto riguarda il rischio molto elevato (1:5). Per quanto riguarda i soggetti normali (122.355 casi, cioè la popolazione monitorata al netto dei diabetici e dei prediabetici) il rischio elevato/molto elevato di sviluppare il diabete riguarda quasi il 20% del campione, mentre il rischio moderato (1:6) interessa il 21,53%.

Articoli correlati
Diabete, Sid: “Aumenta obesità ed accelera declino cognitivo e invecchiamento”. Ecco perché
Gli esperti Sid: "Sovrappeso e obesità sono sempre più comuni tra gli individui con diabete di tipo 1. Ancora, l’eccesso di glucosio potrebbe accelerare il declino cognitivo e la perdita di funzionalità del compartimento staminale, tipica del diabete, è uno dei meccanismi alla base dell’invecchiamento"
Tirzepatide (Eli Lilly) riduce del 94% il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 negli adulti con prediabete, obesità o sovrappeso
Nello studio di fase III SURMOUNT-1 tirzepatide - agonista dei recettori GIP e GLP-1 – ha fatto registrare una riduzione del 94% del rischio di progressione al diabete di tipo 2 di adulti con prediabete, obesità e sovrappeso. Tirzepatide è stata valutata 1.032 adulti affetti da prediabete e obesità o sovrappeso per un periodo di trattamento di 176 settimane, seguito da un periodo senza trattamento di 17 settimane
L’olio evo contrasta diabete, ipertensione e sindrome metabolica
L'olio extravergine di oliva (Evo) gioca un ruolo chiave nel contrastare l'insorgenza delle patologie cronico-degenerative non trasmissibili come il diabete mellito, l'ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, i tumori, le malattie a carico del sistema nervoso e la malattia renale cronica. Lo confermano le ricerche condotte e in corso all'Università degli Studi di Roma Tor Vergata
di V.A.
Diabete di tipo 2: remissione possibile con stile di vita sano, benefici anche per cuore e reni
Il diabete di tipo 2 può essere "curato" perdendo peso e, in generale, adottando uno stile di vita sano, riducendo significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e renali. Queste sono le conclusioni di uno studio dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD), pubblicato sulla rivista Diabetologia
Diabete di tipo 1, se compare in bimbi under 10 ruba 16 anni di vita
L'Italia è il primo paese al mondo ad aver istituito uno screening del diabete di tipo 1 che come prima e importante conseguenza positiva consentirà di prevenire la chetoacidosi. Oggi infatti il 40% delle diagnosi di diabete di tipo 1 avviene in ritardo a seguito di un esordio drammatico, Senza contare che, quando la malattia ha un esordio precoce, prima dei 10 anni di età, si possono arrivare a perdere ben 16 anni di aspettativa di vita. Questi sono i messaggi lanciati da Valentino Cherubini, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) che lancia un appello in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra domani
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...