Ersilia Troiano (ANDID): «La dieta è un percorso di rieducazione. Non cercate trattamenti miracolosi ma affidatevi a professionisti»
«La dieta è una cosa seria. Solo i professionisti che fanno questo di mestiere hanno le competenze per prendere in carico la salute nutrizionale delle persone. Attenzione quindi a chi promette miracoli e ai consigli della vicina di casa o dell’estetista». È questo il monito di Ersilia Troiano, Presidente dell’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID). Sempre più spesso, specialmente sui social network, ci si imbatte nella promozione di prodotti che promettono di cambiare la vita e di far perdere tutti i chili di troppo con semplicità. Ma non sono soltanto i social network la fonte di tutti i mali: quante volte si discute del proprio regime alimentare con una collega, un amico o l’allenatore della palestra? La chiacchierata spesso si conclude con il consiglio: «Io ho fatto così e ha funzionato, perché non provi anche tu?».
«Purtroppo – sottolinea la Presidente – sta prendendo particolarmente piede questo fenomeno: la conoscente che ha preso degli integratori ed è dimagrita diventa promoter di quei prodotti; poi magari c’è l’estetista che consiglia un massaggio che, abbinato ad una particolare dieta, consente di dimagrire; o, ancora, il personal trainer che diventa un riferimento anche per l’alimentazione. Al di là degli abusivi veri e propri, bisogna stare attenti anche a tutte queste figure che, nonostante forniscano sostanzialmente solo dei consigli, si occupano di una questione complessa che necessita invece di un professionista competente».
E se bisogna stare attenti in condizioni di salute normali, a maggior ragione l’avvertimento è più forte in caso di presenza di patologie croniche come il diabete: «Risale proprio a qualche giorno fa il dibattito su un metodo, se così vogliamo chiamarlo, proposto da un giornalista che consiglia ai pazienti con diabete di tipo 1 di seguire un certo regime alimentare che, abbinato a degli integratori, consentirebbe di sospendere la terapia insulinica. Ma sappiamo bene che quando si ha il diabete di tipo 1 si è costretti a fare l’insulina sin da bambini perché il corpo non la produce proprio. Queste sono patologie croniche complesse che necessitano di tutti i professionisti sanitari coinvolti, visto che possono avere molte sfaccettature e anche complicanze sugli organi a lungo termine. Per questo le società di diabetologia e le associazioni di pazienti sono intervenute lanciando l’allarme contro il consiglio di sospendere l’insulina».
Alla larga quindi da chi offre rimedi miracolosi e diete strane, «soprattutto se monoalimento, le più pericolose – avverte la Presidente – perché escludono completamente quasi tutti i gruppi alimentari andando a focalizzare il consumo solo su uno o due alimenti. È ovvio il rischio di carenze a breve e medio termine». Di chi ci si deve fidare, allora? «Storicamente le figure che si sono occupate di nutrizione clinica sono i medici specialisti in scienze dell’alimentazione, che oggi si chiamano medici nutrizionisti, e i dietisti. Negli ultimi anni è nata la figura del biologo nutrizionista, ma il Ministero della Salute ha fatto sapere che sarebbe preferibile avere almeno una specializzazione in scienze dell’alimentazione: per occuparsi di salute bisogna infatti avere una competenza costruita».
«Una dieta può senz’altro essere più o meno equilibrata, ma quello che ancora non è chiaro alla quasi totalità delle persone – ci tiene a sottolineare la Presidente – è che la dieta deve essere un percorso di rieducazione, un percorso di acquisizione di abitudini alimentari corrette. Se le persone continuano a cercare il trattamento miracoloso che le faccia dimagrire significa che non capiscono che, al di là della perdita di peso, il percorso da fare insieme al professionista deve fornire gli strumenti per gestire in maniera autonoma il mantenimento del peso. Bisogna dimagrire – conclude – ma anche imparare a mangiare e a gestire la propria alimentazione».