In un corso Fad definizione, differenze e benefici. Migliaccio (Resp. Scientifico): «Gli alimenti di origine animale – carne, uova, latte e pesce – hanno tutte le proteine nobili, gli amminoacidi essenziali, a differenza di quelli vegetali»
Mediterranea, vegetariana o vegana. Negli ultimi anni, gli ultimi due modelli alimentari hanno preso piede, per motivi etici, religiosi, ambientali e di salute. Ma quali sono i vantaggi, gli svantaggi e gli aspetti nutrizionali dei due tipi di alimentazione?
Lo abbiamo chiesto a Silvia Migliaccio, segretario generale della SISA (Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione) professore associato in Scienze tecniche mediche applicate all’Università di Roma “Foro italico” e Responsabile Scientifico del corso Fad del provider Sanità in-Formazione “Veg & Med. Dieta vegetariana e dieta mediterranea a confronto”.
«La dieta vegetariana esclude carne e pesce, si basa totalmente su alimenti di origine vegetale; la dieta mediterranea – spiega la dottoressa a Sanità Informazione – rappresenta uno stile alimentare con una netta prevalenza di alimenti di origine vegetale completata da quelli di origine animale».
«In entrambe – spiega la dottoressa Migliaccio – prevalgono cereali, legumi, frutta e verdura: hanno in comune la quantità di fibra e gli antiossidanti. Chiaramente hanno basso contenuto di grassi e possono indurre vantaggi in termini di riduzione di glicemia e colesterolo».
«Il punto che le distingue sono gli alimenti di origine animale. Nella dieta mediterranea carne, pesce, uova latte e formaggi sono assunti ma con moderazione, in quantità controllata. C’è da dire, però, che gli alimenti di origine animale – anche latte, uova e pesce – hanno tutte le proteine nobili, tutti gli amminoacidi essenziali, a differenza di quelli vegetali. Se il soggetto che decide di seguire una dieta vegetariana o vegana non integra in maniera ottimale gli alimenti, può andare incontro a carenze proteiche. L’ottimizzazione della quantità proteica si ha soltanto se il vegetariano abbina i cereali con i legumi».
Ma c’è un’altra differenza: la dieta mediterranea permette di variare l’alimentazione, fornire al nostro corpo i cibi giusti e soprattutto associati nel modo più adeguato a ciascuno di noi. «La dieta più è varia e meglio è – ricorda la Migliaccio – perché riusciamo ad assumere con facilità tutti i nutrienti necessari al nostro organismo. Il ferro, ad esempio, è nella carne e nei legumi, il calcio nei latticini. Le donne vegetariane possono avere un ridotto introito di ferro che può portarle all’anemia, soprattutto in età adulta, con il ciclo mestruale».
L’obiettivo del corso Fad è fornire gli strumenti ai professionisti per stilare diete personalizzate e consigliare ai pazienti il profilo nutrizionale più idoneo: «La dieta deve essere sempre individualizzata – continua la dottoressa Migliaccio -. Noi medici dobbiamo rispettare le scelte etiche delle persone, ma allo stesso tempo dobbiamo informarle sugli svantaggi di un regime nutrizionale piuttosto che un altro. Tutti parlano di dieta mediterranea ma pochi la seguono correttamente, con attenzione e convinzione. È la più studiata, conosciuta e completa – conclude l’esperta -. Esistono numerose pubblicazioni scientifiche che dimostrano come l’aderenza a questo regime alimentare possa ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori, patologie neurologiche».
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