Salute 29 Dicembre 2020 11:44

Disability manager, il professionista per l’inclusione dei lavoratori disabili e malati cronici

Leonardi (neurologa): «Finora sono pochissime le amministrazioni pubbliche ad aver individuato la figura del disability manager. La Lombardia è l’unica regione a riconoscere il percorso di studi universitario come abilitante. La pandemia porterà ad un ulteriore aumento dei malati cronici.  Attendiamo l’albo professionale».

di Isabella Faggiano

Un lavoratore su quattro ha una malattia cronica e, in alcuni casi, una certificazione di disabilità. Sono milioni le persone che ogni giorno devono districarsi tra innumerevoli difficoltà solo per mantenere il proprio posto di lavoro. Eppure, basterebbe interpellare un disability manager per costruire realtà professionali a misura di disabili e malati cronici.

«Da quindici anni l’Università Cattolica forma professionisti preparati ad affrontare il difficile tema dell’inclusione lavorativa, anche in condizioni complesse. Sono ormai centinaia i disability manager che, avendo ricevuto una formazione interdisciplinare, operano sul campo. Si tratta di professionisti in grado di provvedere non solo all’inclusione, ma anche al mantenimento del posto di lavoro e al reinserimento dopo un periodo di malattia», spiega Matilde Leonardi, direttore dell’UOC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e Coma Research Centre, della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.

La formazione universitaria va avanti anche se ancora non esiste una chiara disciplina nazionale: a distanza di cinque anni si è ancora in attesa dei decreti attuativi del Jobs Act e, nonostante l’obbligo introdotto dalla cosiddetta “legge Madia”, sono pochissime le amministrazioni pubbliche ad aver individuato tale figura. «La Lombardia – continua la docente – è l’unica regione a riconoscere come abilitante il percorso di studi universitario».

Lavoratori sempre più malati cronici

Invecchiamento della popolazione e innalzamento dell’età pensionabile contribuiranno all’aumento dei malati cronici tra i lavoratori. «Malati – sottolinea Leonardi – che se non in possesso dei requisiti necessari per accedere all’invalidità, rischieranno di subire delle discriminazioni a causa del loro stato di salute. Sono individui che soffrono per lo più delle cosiddette malattie invisibili: diabete, ipertensione, mal di schiena, mal di testa. Senza dimenticare coloro che, pur avendo combattuto contro un tumore, vogliono tornare a lavorare».

Il lavoro del disability manager

È in che modo il disability manager può provvedere all’inclusione sociale e lavorativa? «Il metodo da utilizzare è quello biopsicosociale, che non valuta semplicemente le condizioni di un singolo individuo, ma anche del contesto in cui si trova a vivere e ad operare – dice la docente -. Deve proporre modifiche in grado di rendere l’ambiente lavorativo adatto ad accogliere qualsiasi persona fragile, sia in modo temporaneo che permanente».

Questi obiettivi possono essere realizzati attraverso i cosiddetti “accomodamenti ragionevoli”. «L’azienda – spiega Leonardi – può apportare delle modifiche strutturali e organizzative, senza alterare i suoi bisogni di produzione e competizione, per garantire la completa partecipazione del lavoratore. Tra le soluzioni più richieste da chi ha problemi di salute c’è sicuramente il lavoro flessibile. Anche lo smart working, molto poco diffuso prima dell’emergenza Covid, può essere ritenuto un buon “accomodamento ragionevole”».

L’etica

Se a soffrire di una patologia cronica è un lavoratore precario, la faccenda si complica ulteriormente. «Un impiegato con contratto a tempo determinato è facile che tenda a nascondere i suoi eventuali problemi di salute per paura di essere discriminato, se non addirittura rimpiazzato con un altro lavoratore, anche a parità di bravura e produttività. È per questo – commenta l’esperta –  che il disability manager, oltre a provvedere a faccende pratiche ed organizzative, deve essere in grado di individuare, valutare e risolvere anche problematiche di natura etica».

Bisogni che l’emergenza Covid renderà presto ancora più urgenti ed evidenti: «La pandemia porterà, senza dubbio, ad un ulteriore aumento dei malati cronici. Per questo auspichiamo che la formazione del disability manager venga presto riconosciuta in tutta Italia, grazie anche al contributo della Fedman. La Federazione disability manager, l’associazione maggiormente rappresentativa del settore, infatti,  è attualmente impegnata nella creazione di un albo di categoria, una istituzione – conclude Leonardi – che contribuirà a rafforzare ulteriormente le specificità di questa importante figura professionale».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Scuola e disabilità, una sentenza del Consiglio di Stato mette a rischio le ore di assistenza scolastica previste dal PEI
La sentenza del Consiglio di Stato: "Necessario subordinare il diritto all’inclusione scolastica ai limiti di bilancio degli enti locali". Fuga (CoorDown ODV): "Un precedente pericoloso che ci mette in allarme alla vigilia del rientro sui banchi di scuola"
Ministro Locatelli riunisce Osservatorio disabilità: avanti con riforma e sperimentazione per semplificare vita delle persone
È indispensabile dare sempre priorità ai temi che riguardano la disabilità e l’inclusione in ogni ambito di intervento
Disabilità, Falabella (FISH): «Serve Fondo unico per dare concretezza a riforme»
Parla il Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che plaude al Decreto LEA ma chiede un aggiornamento del nomenclatore tariffario. Sulla Disability card chiarisce: «Strumento utile ma al momento è una semplice sostituzione della certificazione di invalidità della legge 104. Dobbiamo inserire più servizi»
Salute orale e disabilità, un binomio complicato. E spesso le famiglie sono costrette a rivolgersi all’ospedale
«Nel campo della salute orale il 50% dei professionisti ha poche competenze sulla gestione del paziente con disabilità» racconta Alberto Aureli, Igienista dentale e padre di un paziente con autismo. Che lancia un progetto di formazione per gli studi privati
Le politiche future per la disabilità, l’appello di FISH per la nuova legislatura
In un documento la FISH chiede politiche e servizi inclusivi, strumenti normativi ed interventi normativi adeguati, il tutto in linea con i principi valoriali della Convenzione Onu sui diritti per le persone con disabilità
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Caregiver familiari, da CARER e Cittadinanzattiva il Manifesto-Appello per una Legge inclusiva ed equa

In un'intervista a Sanità Informazione, Loredana Ligabue (CARER) e Isabella Mori (Cittadinanzattiva) presentano i quattro punti chiave del Manifesto e i risultati di un'indagine che ha dato vo...
Pandemie

Epidemie: la diffusione dipende anche dallo status sociale

Uno studio internazionale mostra come le caratteristiche socioeconomiche delle persone possono influenzare le previsioni sui contagi. Il lavoro, pubblicato su Science Advances, ha portato alla creazio...