Per il virologo ligure dallo scorso mese di aprile pronto un piano per riaprire i locali da ballo al 100% con doppia vaccinazione, tampone e mascherina. Sul Covid aggiunge: «Oggi abbiamo gli strumenti per affrontarlo. In 18 mesi abbiamo fatto ciò che per altre malattie è stato possibile solo dopo 15 anni»
Discoteche aperte, ma al 35% di capienza. La decisione presa dal governo nelle ultime ore divide i partiti politici, l’opinione pubblica e anche i medici. A prendere posizione sul tema Matteo Bassetti, virologo e direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, che considera la decisione incomprensibile.
«Ritengo che il governo sul tema abbia avuto una chiusura ideologica – spiega ai microfoni di Sanità Informazione -. Insieme ai colleghi Pierluigi Lo Palco e Antonio Cascio già lo scorso mese di aprile avevo stilato un piano per riaprire le discoteche in assoluta sicurezza con doppia dose di vaccino, tampone rapido e mascherina. Ma il governo è andato in un’altra direzione, senza rendersi conto che nelle grandi città come Roma, Milano, Genova e Torino nei locali si è continuato a ballare molto di più e in modo meno sicuro di quanto si sarebbe fatto in discoteca. Quindi mi pare una misura esageratamente punitiva, senza alcuna valenza scientifica. Chi ha la doppia vaccinazione deve poter tornare a fare la vita di un tempo. Aprire i cinema all’80% e le discoteche al 35% anziché incentivare chi ancora non si è vaccinato a farlo, rischia di avere un effetto contrario».
Mentre l’Italia si avvia a tagliare il traguardo dell’80 percento di vaccinati over 12, già si parla di terza dose e al riguardo Bassetti non ha dubbi: «Come è stata venduta in Italia, il richiamo dovrà essere fatto entro l’anno dai fragili, dagli over 80, da coloro che hanno patologie croniche, chi è trapiantato, dializzato e ancora il paziente oncologico, gli ospiti delle RSA e i sanitari. Dopodiché tutti gli altri faranno un richiamo trascorsi 12 mesi dalla somministrazione della seconda dose, che probabilmente per qualche anno sarà necessario per rialzare il livello di anticorpi e per fronteggiare nuove varianti».
Se il vaccino è la rete di protezione contro il Covid, per Bassetti l’antivirale di ultima generazione in arrivo dagli Usa promette di essere la cura per dimezzare rischi di ricovero e morte. La pillola molnupiravir che inibisce la replicazione di diversi virus, tra cui appunto la Sars-CoV-2, va presa per cinque giorni in quattro compresse nelle prime fasi della malattia. «Sarà destinata ad anziani, obesi, cardiopatici e tutti coloro che si trovano in una condizione di grande fragilità nell’affrontare il Covid. Oggi grazie agli studi clinici e alla sperimentazione con metodo abbiamo gli strumenti per curare il Covid, affrontarlo in ospedale e a casa. È un grande risultato perché in 18 mesi abbiamo fatto ciò che per altre malattie ci sono voluti 15 anni, quindi possiamo essere soddisfatti».
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