«Laddove il target terapeutico non fosse raggiunto con le statine è ragionevole ricorrere ad una terapia combinata con vari farmaci» spiega il medico a Sanità informazione
Il claim delle nuove line guida ESC/EAS 2019 “The lower, the better, earlier the better” sulla gestione delle dislipidemie contiene un messaggio chiaro: per prevenire la malattia cardiovascolare nei pazienti ad alto e altissimo rischio bisogna abbassare il più possibile i livelli di colesterolo LDL.
«Abbiamo ormai prove schiaccianti che livelli di LDL e colesterolo sono una potente causa di infarto e ictus – precisa Raffaele Papa, cardiologo del “Dono svizzero” di Formia -. Ogni anno in Europa le malattie cardiovascolari, ed in particolare la malattia aterosclerotica, è responsabile di oltre quattro milioni di morti».
È fondamentale, perciò, agire tempestivamente sui pazienti a rischio alto e molto alto e abbassare i livelli di LDL. «Questo apporterebbe un ulteriore beneficio riducendo gli eventi avversi sia come quantità che come gravità. Studi clinici – prosegue il dottor Papa – dimostrano che iniziare precocemente il trattamento massimo possibile già in ospedale, dopo una sindrome coronarica acuta, riduce rapidamente e significativamente l’LDL colesterolo in appena sole 24 ore. Nei pazienti con infarto recente, l’utilizzo degli anticorpi monoclonali in seguito alla massima terapia diminuisce del 25% il rischio relativo dell’endpoint secondario rispetto all’utilizzo del placebo» conclude il cardiologo.
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