«Il paziente con sindrome coronarica acuta molto spesso arriva in ritardo in ospedale – spiega Ciro Mauro, Cardiologo del Cardarelli di Napoli – questo è pericoloso soprattutto per chi ha fattori di rischio»
Una delle conseguenze della lunga e rinnovata emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese è il mancato accesso agli ospedali per i pazienti affetti da malattie cardiovascolari. In particolare «il paziente con sindrome coronarica acuta molto spesso arriva in ritardo e con delle problematiche che poi sono difficili da risolvere e ci porteranno nel futuro a una popolazione di pazienti trattati in modo non adeguato». Così Ciro Mauro, Cardiologo Utic del Cardarelli di Napoli nell’intervista a Sanità Informazione.
Per i pazienti a rischio alto e molto alto, è fondamentale «presentarsi ai primi sintomi in ambiente cardiologico – spiega lo specialista -. La maggior parte o quasi la totalità dei pronto soccorso ospedalieri, ormai ha acquisito un triage differenziato per pazienti sospetti Covid e non Covid – aggiunge lo specialista -. Per quanto riguarda le sindromi coronariche acute, evitiamo che i pazienti arrivino con ritardo soprattutto quando loro sono a conoscenza di avere dei fattori di rischio quali ipertensione, fumo e soprattutto le dislipidemie».
C’è ancora da lavorare sulla consapevolezza: «La maggior parte dei pazienti con gravi fattori di rischio e con dislipidemie conoscono i rischi che corrono – conclude il cardiologo – ma devono essere pronti a recarsi in ospedale, dove troveranno percorsi differenziati e ad affrontare anche un ricovero di urgenza per il miglior trattamento possibile» conclude.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato