Lo rivela uno studio pubblicato su Lancet Psychiatry: le anomalie degli elettroliti sono anche collegate allo sviluppo di altre gravi condizioni di salute, tra cui malattia renale cronica, fratture ossee, ostruzione intestinale e danno renale acuto
Il 32% delle persone con un disturbo alimentare, ovvero circa una su tre, presenta livelli anomali di elettroliti, elementi – come il potassio e il sodio – associati ad un rischio più elevato di morte per qualsiasi causa. Lo rivela uno studio pubblicato su Lancet Psychiatry e condotto da ricercatori dell’ICES e del The Ottawa Hospital, che hanno scoperto che le anomalie degli elettroliti erano anche collegate allo sviluppo di altre gravi condizioni di salute, tra cui malattia renale cronica, fratture ossee, ostruzione intestinale e danno renale acuto. Una scoperta che chiama in causa milioni di individui. Se vent’anni fa le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione erano circa 300 mila, oggi, superano i tre milioni. Secondo i dati del Ministero della Salute, tra il 2019 e il 2022, i nuovi casi sono più che raddoppiati passando da 680 mila a un milione e 450 mila. Un fenomeno in aumento soprattutto tra gli adolescenti, per i quali le diagnosi correlate rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali: nel 2023 i decessi per malattie legate ai disturbi del comportamento alimentare sono stati 3.780.
La ricerca condotta all’Ottawa Hospital è uno dei primi grandi studi che identifica un importante fattore di rischio per la mortalità e per problemi di salute per chi soffre di disturbi alimentari. È comune riscontrare anomalie degli elettroliti nelle persone con disturbi alimentari a causa di sintomi come il vomito, l’uso di lassativi e la disidratazione. “Questi risultati potrebbero portare a menzionare esplicitamente le anomalie degli elettroliti nei criteri che usiamo per valutare la gravità dei disturbi alimentari,” afferma Marco Solmi, autore principale, Direttore medico del Programma regionale per i disturbi alimentari presso l’Ospedale di Ottawa e Direttore della ricerca nel Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Ottawa.
I ricercatori hanno incluso oltre 6mila persone di età pari o superiore a 13 anni con un disturbo alimentare che avevano effettuato un test dei livelli di elettroliti entro un anno dalla diagnosi. Analizzando i dati sanitari dal 2008 al 2019, i ricercatori hanno scoperto che 1.987 individui (32%) presentavano un’anomalia degli elettroliti e molti avevano condizioni di salute concomitanti. Tra coloro con un disturbo degli elettroliti, il 16% è deceduto, rispetto al 6% tra quelli senza anomalie elettrolitiche. Le anomalie degli elettroliti erano anche associate a un rischio maggiore di ospedalizzazione e altre gravi condizioni di salute, ma non a un rischio di infezione o eventi cardiaci. Questi risultati sottolineano l’importanza di testare i livelli di elettroliti nelle persone affette da disturbi alimentari e di agire in base ai risultati per ridurre il rischio di morte o altri esiti gravi.
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