«Ho visto troppe danzatrici ammalarsi per inseguire una magrezza impossibile. La danza è tra le professioni artistiche più a rischio» l’intervista alla coreografa, ballerina e protagonista del varietà della Rai
Il linguaggio non verbale conta più delle parole. I movimenti del corpo, come dimostrato anche da uno studio degli anni ’70 condotto dallo psicologo statunitense Albert Mehrabian, influenzano il 55% di un intero discorso. Ma cosa accade quando si comunica solo attraverso il linguaggio non verbale? È il corpo ad occupare il 100% della scena?
«La danza è la massima espressione della comunicazione non verbale. Ma il corpo non è tutto». Parola di ballerina. A parlare è Sara Mardegan, artista della trasmissione “Ballando con le Stelle”: «È la tua anima, la tua passione a guidare il tuo corpo. Se il tuo desiderio è quello di ballare, fallo. Ma non mettere a rischio la tua salute».
Il messaggio di Sara Mardegan nasconde tra le righe una tragica realtà, quella dei disturbi alimentari, sempre più diffusi tra atleti, artisti e star di cinema e tv.
«Alcuni sport – ha sottolineato la ballerina – sono sicuramente più a rischio di altri. Gli atleti che devono sopportare grandi sforzi fisici, utilizzando la propria muscolatura, hanno sicuramente meno problemi di chi, come una ballerina, deve usare il proprio corpo in maniera leggiadra. Chi balla ha bisogno di una corporatura esile. Ed è per questo che nel mondo della danza esiste da sempre il dramma dell’anoressia. Per mantenere il proprio fisico leggero ci si sottopone a diete forzate».
Ma per Sara la libertà di scelta c’è. E viene sempre prima di tutto, anche del proprio lavoro. «È il singolo artista, ovviamente, a decidere con la propria testa se seguire oppure no le diete suggerite. Io consiglio sempre di non farle, magari dedicando un po’ più di tempo all’attività fisica. In alternativa, se proprio non se ne può fare a meno, allora è indispensabile consultare un medico specialista. Ho visto con i miei occhi casi estremi, situazioni tragiche: corpi magrissimi, ai limiti della sopravvivenza».
Per Sara, almeno nell’ambito della danza sportiva, la situazione è decisamente precipitata negli anni ’90: «Fino ad una trentina di anni fa, almeno per la mia disciplina, non era richiesta una magrezza eccessiva. Il modello di riferimento ha subìto un radicale cambiamento con l’arrivo sulla scena delle ballerine russe, costituzionalmente molto più esili delle altre. Sono convinta, infatti, che i casi di anoressia si siano moltiplicati di recente».
Ed è proprio per evitare di assistere ad altre tragedie come quelle che troppe volte ha vissuto così da vicino che Sara promuove con forza e decisone messaggi di prevenzione, partecipando attivamente alle campagne informative e di sensibilizzazione.
A chi ama ballare, ma non si sente troppo a suo agio nel proprio corpo, dice: «La tua forma fisica non è importante. Se ballerai con la tua anima, il pubblico non si fermerà ad osservare la tua esteriorità. Trasmetterai molto di più. E non sarà certo quel chilo di troppo ad ostacolare la comunicazione di sentimenti, sensazioni ed emozioni, tra te e i tuoi spettatori».