Salute 31 Gennaio 2025 11:46

Ansia: “Se le terapie non farmacologiche falliscono, optare per antidepressivi”

Pubblicati i risultati di una revisione condotta dagli epidemiologi della Cochrane: analizzati i dati di 37 studi clinici per un totale di oltre 12mila partecipanti, che confrontavano proprio l’efficacia degli antidepressivi con un placebo
Ansia: “Se le terapie non farmacologiche falliscono, optare per antidepressivi”

Chi soffre di disturbi d’ansia o prova un’eccessiva e costante preoccupazione per tutto ciò che accade nel quotidiano, laddove non abbia avuto gli effetti desiderati dalle terapie non farmacologiche, potrebbe trovare una risposta efficace nei farmaci antidepressivi. Ad offrire una soluzione, scientificamente fondata, a milioni di persone nel mondo che convivono con questi disturbi sono gli epidemiologi della Cochrane, l’organo per eccellenza che si occupa di meta-analisi pubblicate sulle Cochrane Database of Systematic Reviews. Per giungere a questa ricercatori hanno condotto una revisione di tutti i dati scientifici disponibili su questo tema. L’eccessiva ansia e preoccupazione per gli eventi quotidiani sono definiti ‘disturbo d’ansia generalizzato’ (DAG), “un disturbo comune che – scrivono i ricercatori – generalmente colpisce le donne due volte più degli uomini. I trattamenti includono varie terapie psicologiche e farmacologiche. Tra le terapie farmacologiche, gli antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI), sono comunemente usati per il trattamento del DAG e molti studi hanno dimostrato il loro beneficio rispetto al placebo”, spiegano ancora gli scienziati nell’introduzione della pubblicazione.

Studi passati e presenti a confronto

Già in passato è stata condotta una revisione sistematica e una meta-analisi che hanno messo a confronto tutti gli antidepressivi con il placebo. “Da allora – sottolineano gli studiosi – sono emersi nuovi dati sugli antidepressivi esistenti e sono stati introdotti nuovi farmaci”. Per questo, hanno ritenuto necessario procedere ad “una revisione aggiornata e più completa che fornisse una comprensione più approfondita dell’efficacia, dell’accettabilità, della tollerabilità e dell’impatto sulla qualità della vita dei vari tipi di antidepressivi rispetto al placebo”. Per condurre questa nuova revisione gli gli epidemiologi della Cochrane hanno analizzato i dati di 37 studi clinici per un totale di oltre 12mila partecipanti, che confrontavano proprio l’efficacia degli antidepressivi con un placebo. Nel reclutare i partecipanti non sono state incluse “restrizioni su dose, frequenza, intensità o durata del trattamento –  aggiungono i ricercatori -. Gli studi includevano adulti di entrambi i sessi con una diagnosi primaria di disturbo d’ansia generalizzato e senza gravi comorbilità mediche. Le comorbilità psichiatriche erano consentite, purché il disturbo d’ansia generalizzato fosse la diagnosi primaria. Abbiamo escluso gli studi che indagavano le psicoterapie e quelli che includevano partecipanti che facevano uso regolare di benzodiazepine. Non c’erano restrizioni su contesto, paese o lingua”.

L’efficacia degli antidepressivi nel ridurre i sintomi dell’ansia

I risultati hanno mostrato che gli antidepressivi sono più efficaci del placebo nel ridurre i sintomi dell’ansia, con un tasso di risposta più alto del 41% tra coloro che assumevano il farmaco,  rispetto a quelli che assumevano un placebo. “La ricerca mostra che gli antidepressivi sono altamente efficaci nel trattamento del GAD (disturbo d’ansia generalizzato)”, afferma l’autore senior Giuseppe Guaiana, della Schulich School of Medicine & Dentistry, Western University, e Direttore del Dipartimento di Psichiatria presso il St Thomas Elgin General Hospital. “Per le persone con GAD e nessun’altra condizione, abbiamo buone prove che gli antidepressivi portino a miglioramenti clinicamente significativi in un periodo da uno a tre mesi”. La revisione promuove quindi gli antidepressivi nella gestione del GAD, in particolare per i pazienti che non rispondono bene ai trattamenti non farmacologici come la psicoterapia. Tuttavia, sono necessarie ricerche più indipendenti e a lungo termine per comprenderne il pieno impatto di questi  farmaci.

 

 

 

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