Salute 10 Agosto 2018 09:31

Don Giuseppe, il cappellano dell’Opg che ha anticipato di trent’anni la legge 81: «Abbiamo “liberato” oltre mille pazienti psichiatrici criminali»

«La malattia mentale fa ancora paura. Invece si tratta di individui che, se adeguatamente curati, possono esprimere se stessi». La storia di Giuseppe Insana, il sacerdote che ha concesso una nuova vita agli internati, prima della definitiva chiusura di tutti gli Opg d’Italia

di Isabella Faggiano
Don Giuseppe, il cappellano dell’Opg che ha anticipato di trent’anni la legge 81: «Abbiamo “liberato” oltre mille pazienti psichiatrici criminali»

«Aveva tentato una rapina in banca, ma quando lo hanno arrestato si sono accorti che quella che aveva in pugno era solo una pistola giocattolo. Per le sue condizioni non fu trasferito in carcere ma in un ospedale psichiatrico giudiziario (Opg), quello di Barcellona Pozzo di Gotto». A raccontare la storia è Giuseppe Insana, cappellano dello stesso ospedale. Una storia vecchia di trent’anni ma che per il sacerdote ha qualcosa di speciale: «Questo giovane della provincia di Agrigento è stato il primo ad uscire dall’Opg grazie ad una licenza di esperimento. Lo accolsi in casa mia – ha spiegato Padre Giuseppe – come se fosse stato un mio familiare».

Negli anni successivi almeno altri mille detenuti dell’Opg messinese hanno potuto beneficiare della stessa libertà. Giuseppe Insana, grazie ad un’associazione per pazienti psichiatrici criminali, da lui stesso fondata, la “Casa di solidarietà e accoglienza”,  è diventato uno dei precursori della legge n. 81 del 2014, che ha messo la parola fine agli ospedali psichiatrici giudiziari. In Italia, gli Opg sono stati definitivamente chiusi il 31 marzo dell’anno successivo all’approvazione della legge.

È stata una grande sfida per Padre Giuseppe, ma alla fine, con il tempo, ha avuto l’attenzione prima della società, poi delle istituzioni. «Lavorare in un ospedale psichiatrico giudiziario come quello di Barcellona Pozzo di Gotto, un luogo ai limiti della civiltà, mi ha spinto a cercare una soluzione: dovevo trovare un modo per  “liberare” quelle persone da una condizione di vita non dignitosa. Da quel momento – eravamo negli anni ’80 – con l’autorizzazione della  magistratura di sorveglianza di Messina e in collaborazione con lo stesso Opg di Barcellona Pozzo di Gotto, dell’U.e.p.e  (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Messina e del D.s.m (dipartimento di salute mentale) di Barcellona, permettevamo che soggetti internati per reati, più o meno gravi, potessero stare fuori in regime di libertà, in un clima di famiglia. Inizialmente, nel quartiere dove veniva trasferito il paziente, si respirava un clima di paura. Una diffidenza che, pian piano, lasciava spazio all’accoglienza, all’amicizia, alla fiducia».

LEGGI ANCHE: OPG E REMS, DOPO LA CHIUSURA DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI IL DDL GIUSTIZIA RIAPRE I CANCELLI?

Un’esperienza che Don Giuseppe ha portato avanti con caparbietà fino al 2014, anno in cui è stato chiamato a raccontarla: «Siamo stati convocati diverse volte dalla Commissione parlamentare incaricata di elaborare il testo di quella che sarebbe stata la legge 81. Le nostre storie – ha detto il cappellano – hanno contribuito alla stesura finale».

Una soddisfazione enorme per Padre Giuseppe che, nonostante i risultati ottenuti in questi ultimi trent’anni di opera sociale, continua ad essere in prima linea per combattere contro un altro grande problema: lo stigma, quel pregiudizio infondato che ha come conseguenze l’isolamento del malato e l’impossibilità di curarlo adeguatamente.

«La malattia mentale – ha detto Giuseppe Insana – fa ancora paura». Il cappellano dà la colpa alla disinformazione: «L’ignoranza spinge a considerare la persona con disagio mentale come un pericolo, un peso per la società, un rischio. Invece, si tratta di individui che, se adeguatamente curati, possono esprimere se stessi, le proprie attitudini e potenzialità, diventando una risorsa per la comunità.  Spesso è la stessa famiglia ad avere paura, mettendo le distanze, preferendo le strutture residenziali ad un’accoglienza in casa. Questa ignoranza porta all’isolamento, alla emarginazione, alla segregazione, alla mortificazione della vita».

Padre Giuseppe è fiducioso. Esattamente come trent’anni fa, quando credeva che un giorno gli Opg avrebbero chiuso per sempre, oggi è convinto che anche il problema dello stigma possa essere messo a tacere. «Innanzitutto – ha detto – è necessario supportare le famiglie, affinché non decidano di “scaricare il figlio non riuscito”. Poi, è necessario indirizzare i servizi di salute mentale verso progetti di riabilitazione e reinserimento. I pazienti vanno certamente curati, ma poi devono essere liberi di vivere nella società come tutti gli altri. È sbagliato investire soprattutto nelle residenze chiuse – ha concluso don Giuseppe – perché ho sperimentato sulla mia pelle che più un trattamento priva l’individuo della sua libertà, più la sua patologia rischia di cronicizzarsi».

Articoli correlati
La Asl di Salerno al Giffoni Film Festival: Giffoni e la cura – Giffoni che cura
Il tema più caro riguarda la funzione terapeutica e di sviluppo esercitata proprio dal Giffoni Film Festival sul benessere dei giovani che vi partecipano
“La Salute Mentale: una sfida sanitaria per la Regione Lazio”. Sei proposte per vincerla
Quello della Salute Mentale è uno dei temi più caldi e complessi del SSN. Meglio ancora – alla luce di dati epidemiologici in continua crescita – è una priorità assoluta. In conclusione della Johnson & Johnson Week l’azienda farmaceutica ha voluto fare un focus sulla gestione della Salute Mentale nella Regione Lazio, con un tavolo di istituzioni locali, rappresentanti del mondo accademico, del territorio e dei pazienti/caregiver. Dall’incontro sono scaturite sei proposte
Salute mentale, scoperto biomarcatore utile per la diagnosi della psicosi
Potrà diventare l’integratore del futuro, tutto naturale, per il benessere del cervello, ma anche il primo biomarcatore naturale di una patologia psichiatrica: per questo sulla palmitoiletanolamide, o PEA, sono puntati i riflettori degli esperti della Società di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), riuniti da oggi a Milano al XXV congresso nazionale dedicato a “Le neuroscienze del domani: la neuropsicofarmacologia verso la precisione e la personalizzazione delle cure”
di V.A.
Più di 4 ore al giorno sullo smartphone mette la salute degli adolescenti a rischio
Gli adolescenti che utilizzano lo smartphone per più di 4 ore al giorno hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi di salute mentale o di fare uso di sostanze pericolose. A far emergere questa preoccupante associazione è stato uno studio coreano pubblicato su Plos One
Dall’inizio della pandemia +25% della spesa per i servizi di salute mentale rivolti ai giovani
La spesa per i servizi di salute mentale per bambini e adolescenti è aumentata di oltre un quarto dall’inizio della pandemia. L’uso della telemedicina, invece, si è stabilizzato. Questo è quanto emerso da un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...