Per contrastare la grave carenza di medici, la Regione Calabria ha pubblicato un avviso per reclutare specializzandi da tutta italia. Federspecializzandi: «Positivo, ma per specializzandi non è una scelta facile»
Nel tentativo di tamponare una gravissima carenza di personale medico, la Calabria ha deciso di rivolgersi agli specializzandi. Dopo aver annunciato, tra mille polemiche, il reclutamento di quasi 500 medici cubani, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha pubblicato una manifestazione pubblica di interesse per reclutare giovani specializzandi da tutta Italia. «È certamente una decisione positiva, a cui spero aderiscano molti specializzandi. Tuttavia, credo che anche questa misura non risolva i problemi di carenza dell’organico della sanità calabrese», commenta a Sanità Informazione Federica Viola, presidente di Federspecializzandi.
Nella nota della Regione Calabria si spiega che «l’avviso riguarda posti per tutti gli ospedali e per tutte le strutture sanitarie calabresi: da Catanzaro a Polistena, da Cosenza a Locri, da Lamezia Terme a Crotone, da Vibo Valentia a Gioia Tauro». E continua: «Cerchiamo specializzandi in medicina e chirurgia d’accettazione d’urgenza, pediatria, anestesia e rianimazione, chirurgia generale, medicina interna, geriatria, malattie dell’apparato cardiovascolare, ginecologia e ostetricia, diagnostica, ortopedia e traumatologia, nefrologia, oncologia, malattie dell’apparato respiratorio, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, psichiatria, e neuropsichiatria infantile».
Nei giorni scorsi Anaao Giovani, ribadendo l’assoluta contrarietà all’arruolamento di medici cubani mediante agenzie interinali, ha formalmente avanzato al Governatore una serie di proposte, tra cui la pubblicazione di una manifestazione di pubblico interesse cui gli specializzandi possono aderire. Tra le altre proposte: lo sblocco immediato delle assunzioni degli specializzandi attualmente pendenti; l’istituzione della Scuola di specializzazione di medicina d’emergenza urgenza nell’unica facoltà di medicina calabrese; la riattivazione dell’osservatorio regionale della Formazione medico specialistica.
«Speriamo che questa nostra manifestazione possa essere presa in considerazione da tanti giovani medici provenienti dalla nostra Regione e da tutto il Paese. Siamo pronti ad ospitare nei presidi sanitari calabresi tanti professionisti competenti, motivati, che hanno voglia di darci una mano e di mettersi in gioco», dice Occhiuto. Federspecializzandi auspica che siano in molti gli specializzandi che risponderanno a questa chiamata. «Non è una scelta facile per gli specializzandi a causa anche della cattiva fama e probabilmente anche dei pregiudizi sulla sanità calabrese», ammette Viola. «Sono anni che leggiamo sui media notizie che non rendono la sanità calabrese attrattiva come si vorrebbe. Non è una questione di stipendio – continua – che è uguale ovunque. Anzi, credo che la Calabria sia una regione in cui la qualità della vita sia meno dispendiosa che in altre parti d’Italia. Ma se si vuole rendere davvero attrattiva la sanità c’è bisogno di interventi strutturali, in primis in ambito sanitario, ma anche sui collegamenti, i trasporti e il resto degli altri servizi».
Nel frattempo vanno avanti le polemiche per la decisione di reclutare medici cubani. Il sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED ha deciso di ricorrere al Tar per bloccare il decreto del presidente della Regione Calabria. «L’utilizzo della procedura dell’accordo quadro per l’affidamento di prestazioni di somministrazione di manodopera è in generale vietato dalla legge se non per il tramite delle Agenzie a ciò autorizzate, e in ogni caso è vietato per l’esercizio di funzioni dirigenziali quali quelle che spettano ai medici», commenta il presidente della Federazione CIMO-FESMED e vicepresidente CIDA Guido Quici. «Inoltre – aggiunge – la Regione Calabria, prima di adottare una soluzione estemporanea come quella di rivolgersi a Cuba, ha del tutto ignorato la possibilità di assumere i medici specializzandi degli ultimi anni di formazione, come previsto dalla legge».
Per Occhiuto rivolgersi a Cuba è stata una decisione «utile e necessaria». Dopo aver provato tutte le possibilità «interne» per risolvere la carenza del personale medico «questa è l’unica strada rimasta per tenere aperti gli ospedali della Regione». Ma è una soluzione di emergenza che «non esclude la ricerca di personale da assumere in pianta stabile, attività che non si ferma. E non si fermerà fino a quando non avremo risolto la questione. Chi mette in contrapposizione le due cose sbaglia strada».
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