Salute 28 Luglio 2023 09:40

Dopo i “no-vax” ecco i “no-sunscreen”: attivisti e influencer “anti-crema solare”

Sulla necessità di proteggersi dai raggi ultravioletti a livello scientifico c’è pieno consenso. La comunità scientifica non ha dubbi, i filtri solari servono a ridurre il danno dell’esposizione diretta.
di Redazione
Dopo i “no-vax” ecco i “no-sunscreen”: attivisti e influencer “anti-crema solare”

Mentre oncologi e dermatologi raccomandano di non esporre la pelle al sole senza averla protetta con una adeguata quantità di crema (o formulazioni analoghe), si alzano voci secondo cui questi prodotti sarebbero da evitare, perché priverebbero l’organismo dei benefici del sole o sarebbero addirittura pericolosi, in particolare cancerogeni, o dannosi per la pelle.

A evidenziare questo fenomeno e a sfatare questi falsi miti è l’ultima scheda di Dottoremaeveroche, il sito “antibufale” della Federazione degli Ordini dei Medici, la Fnomceo.

«Non si tratta solo di qualche isolato nostalgico – spiega la Fnomceo – delle scottature con spellatura, che un tempo rappresentavano quasi un rito di passaggio di inizio vacanza: ormai si parla di un vero e proprio movimento, per certi versi simile, e sovrapponibile, anche se numericamente molto inferiore, a quello ostile ai vaccini e in generale alla medicina cosiddetta ufficiale».

«Secondo gli influencer “anti-crema” – continua – che spopolano sui social media, anche quello che mette in guardia dai rischi del sole sarebbe un complotto per alimentare i profitti dell’industria cosmetica, così come i vaccini sarebbero utili solo alle aziende farmaceutiche. Alcuni ne deducono che va benissimo esporsi al sole anche senza protezione, perché i benefici sul sistema immunitario derivati dalla maggior produzione di vitamina D sarebbero in grado di neutralizzare qualunque eventuale rischio. In realtà, è vero che il contenuto di questa vitamina nell’alimentazione può essere insufficiente, ma per beneficiare di quella prodotta dalla nostra pelle basta la minima esposizione al sole che si ha nella vita quotidiana, semplicemente recandosi ogni giorno a scuola o al lavoro. Non esiste invece alcuna prova che l’uso dei filtri solari riduca i livelli di vitamina D nel sangue».

Alcuni non diffidano dei solari in toto, ma raccomandano di privilegiare quelli con “filtri fisici”, anche detti “minerali”, rispetto a quelli con “filtri chimici”. Quel che è certo, puntualizzano i “dottori antibufale”, è che non bisogna smettere di utilizzare questi prodotti: sulla necessità di proteggersi dai raggi ultravioletti a livello scientifico c’è pieno consenso. I filtri solari servono a ridurre il danno dell’esposizione diretta al sole. Un danno che non è solo quello estetico dell’invecchiamento cutaneo: negli Stati Uniti si diagnosticano ogni anno circa 5 milioni di tumori maligni della pelle, tra melanoma e altri tipi di malattia, il 90% dei quali è da ricondurre all’esposizione al sole. L’abbronzatura selvaggia rappresenta quindi un rischio certo, mentre i possibili effetti negativi delle creme sarebbero tutti da verificare.

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