Salute 5 Maggio 2015 18:37

Dossier Ebola

Ora il virus cambia forma: vietato abbassare la guardia

Dossier Ebola

Il virus Ebola sta mutando. Per questo diventa sempre più difficile da riconoscere e, dunque, da affrontare con tempestività. Lo rivela Nicola Petrosillo, direttore dell’Unità Operativa Complessa infezioni sistemiche dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma.

“La portata del virus – spiega Petrosillo, che ha fatto parte del team dello Spallanzani che ha curato Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency guarito dal virus contratto in Sierra Leone alcuni mesi fa – si sta riducendo nell’Africa Occidentale e si spera che finisca, ma ci sono ancora alcuni focolai. La cosa emersa da diversi studi è che, con l’evolversi dell’epidemia, è cambiata la presentazione clinica del virus: non è mutato sostanzialmente ma nel 15% dei casi si presenta senza febbre”.

Siamo dunque ancora lontani – ad oltre un anno di distanza dallo scoppio dell’epidemia – da una soluzione definitiva del problema. “Non ci sono cure efficaci – continua Petrosillo – e siamo in attesa del vaccino. Si è parlato di terapie sperimentali con anticorpi monoclonali, del siero di convalescente, di antivirali. Ci sono varie sperimentazioni, ma tutto dipende dall’evolversi dell’epidemia”. Le previsioni più ottimistiche indicano il 2016 come l’anno in cui finalmente la ricerca scientifica porterà a qualche risultato tangibile. Fino ad allora solo preparazione e formazione continua possono assicurare agli operatori sanitari alti livelli di prevenzione, diagnosi e trattamento.

Il virus non è dunque stato debellato e – si è visto negli ultimi anni – i focolai si riaccendono ciclicamente tornando a mietere tantissime vittime. È successo in passato e, purtroppo, succederà in futuro. L’attenzione del mondo è ancora alta. Lo dimostra il primo premio dato al fotoreporter Pete Muller come World Press Photo dell’anno – e in questi giorni in mostra al Museo di Roma in Trastevere – per il reportage su Ebola in Sierra Leone.

D’altra parte, l’esperienza maturata con Ebola può essere usata come modello da seguire per future epidemie simili. È per questi motivi che tutto si può fare in questo momento meno che abbassare la guardia. Specialmente ora che, a quanto pare, il virus sta cambiando faccia rendendo, sottolinea ancora il medico dello Spallanzani, più “complesso il riconoscimento da parte dello specialista”. Si tratta di un “aspetto fondamentale, perché se non si riconosce il virus, diventa più difficile fare un’adeguata terapia o isolare il paziente ed evitare che si diffonda il microrganismo”.

Articoli correlati
Epidemia di Ebola, paura in Uganda
Torna la paura in Uganda: nell'ultimo mese, almeno 64 persone sono state infettate da una specie rara di virus Ebola, per la quale non sono disponibili vaccini o trattamenti e il primo bilancio parla di almeno 30 morti
di Stefano Piazza
Focolaio di Ebola in Congo. Oms preoccupata, subito al via nuova campagna di vaccinazione
«Il tempo non è dalla nostra parte», ha affermato Matshidiso Moeti, direttore regionale dell'Oms per l'Africa
di Stefano Piazza
Tutte le emergenze sanitarie affrontate nel 2020 (di cui non si sente parlare)
Non solo Covid: la seconda più grande epidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congo, febbre gialla in Togo e Gabon, morbillo in Messico, la battaglia contro le malattie tropicali e quella costante contro Hiv, malaria ed epatite. Tutte le emergenze sanitarie del 2020 combattute dall'Organizzazione mondiale della sanità
Coronavirus, Parrino (Emergency): «Sono le popolazioni che sconfiggono i virus»
Intervista al responsabile delle field operations della ONG che ha allestito l’ospedale da campo a Bergamo: «Non è molto diverso dai miei giorni in Sierra Leone»
di Tommaso Caldarelli
Ebola, autorizzato in Europa il primo vaccino contro il virus
Si chiama Ervebo ed è lo stesso vaccino utilizzato in Congo in via sperimentale
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Nasce l’Intergruppo Parlamentare “Innovazione Sanitaria e Tutela del Paziente”

L’Intergruppo punta in particolare a sviluppare strategie di programmazione sanitaria che integrino tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale e dispositivi medici innovativi, e...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...