Gabrielli (Fondazione per il tuo cuore): “Le sostanze stupefacenti danneggiano le coronarie determinando ischemia cardiaca acuta o cronica e danneggiano direttamente il muscolo cardiaco provocando infiammazione (miocardite), dilatazione (cardiomiopatia dilatativa) o ispessimento (ipertrofia) del cuore”
“Nelle prime ore dopo l’assunzione di cocaina il rischio di infarto aumenta fino al 23%”. A mettere in guardia è il professor Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione per il Tuo Cuore e direttore di Cardiologia dell’Ospedale San Camillo di Roma. Ma l’arresto cardiaco non è l’unico rischio per chi assume la polvere bianca: in generale, aggiunge il professore “può favorire l’insorgenza di ogni tipo di patologia cardiaca”. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea delle droghe l’Italia è quarto Paese dell’Unione Europea per uso di cocaina, terzo per cannabis. “L’uso non medico della cannabis – continua Grabrielli – è stato associato ad un aumentato rischio di patologie cardio e cerebrovascolari. Il fatto che esista una cannabis utilizzata per scopi medici non significa che fumare marijuana non faccia male al cuore e alla salute”.
“Tutte le principali droghe conosciute, cannabis compresa, hanno un effetto cardiotossico e possono determinare o favorire l’insorgenza vari tipi di patologie cardiovascolari, anche gravi o mortali. Le sostanze stupefacenti infatti danneggiano le coronarie determinando ischemia cardiaca acuta o cronica e danneggiano direttamente il muscolo cardiaco provocando infiammazione (miocardite), dilatazione (cardiomiopatia dilatativa) o ispessimento (ipertrofia) del cuore. Condizioni queste, che se non diagnosticate e curate tempestivamente, possono portare a scompenso cardiaco”, continua professor Gabrielli.
Stando ai dati del World Drug Report, la continua offerta di droghe illecite e le reti di traffico sempre più agili stanno aggravando la situazione globale e sfidando i servizi sanitari e le risposte delle forze dell’ordine. Secondo i nuovi numeri la stima globale delle persone che assumono droghe è nel 2021 di 13,2 milioni, il 18% in più rispetto a quanto stimato in precedenza. A livello globale, oltre 296 milioni di persone hanno usato droghe nel 2021, con un aumento del 23% rispetto al decennio precedente. Il numero di persone che soffrono di disturbi da uso di droghe, nel frattempo, è salito alle stelle a 39,5 milioni, un aumento del 45% in 10 anni.
“La prevenzione delle problematiche cardiovascolari da sostanze psicoattive merita tutta la nostra attenzione e giustifica ogni sforzo in quanto tali malattie non sono affatto rare. I dati evidenziano che fino a un quarto degli infarti nei soggetti giovani sia legato all’uso di droghe. E, in generale, il danno cardiaco da droghe è decisamente più frequente di quello che riusciamo a dimostrare”, sottolinea Gabrielli. Partendo dal fatto che le malattie cardiache da droghe possono manifestarsi anche dopo un lungo lasso di tempo, “è importante smettere di assumere sostanze prima che il danno si manifesti o diventi irreversibile, oltre che eseguire dei programmi di screening cardiologico in chi ha una storia di assunzione di sostanze psicoattive soprattutto – conclude Francesco Ciccirillo, cardiologo e responsabile dell’Ambulatorio D.A.H.D. U.O.C. Cardiologia- P.O. Vito Fazzi – ASL Lecce – se presenta un alto profilo di rischio cardiovascolare globale”.
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