Un milione e duecentomila lavoratori con disturbi specifici dell’apprendimento potranno utilizzare computer con sintesi vocale, calcolatrice, mappe concettuali, schemi e formulari anche al lavoro. Soddisfazione dell’Associazione Italiana Dislessia che ora punta a due nuovi traguardi: centri diagnostici pubblici in ogni regione italiana e utilizzo di strumenti compensativi anche negli esami universitari
Per la prima volta in Italia i lavoratori con disturbi specifici dell’apprendimento potranno utilizzare strumenti compensativi nelle aziende del settore privato e nei colloqui di selezione. Un traguardo reso possibile grazie ad un emendamento presentato da Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, e approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio che permetterà ad un milione e duecento mila persone DSA di aggiungere un altro importante tassello verso un piena considerazione delle proprie potenzialità.
A dodici anni dall’approvazione della legge 170/2010 in ambito scolastico e dopo il riconoscimento delle misure compensative nei concorsi pubblici e negli esami di stato dello scorso mese di agosto, questo nuovo significativo risultato rappresenta, infatti, una conquista per tutti coloro che, una volta completato il ciclo di studi, si trovano ad affrontare dei colloqui o delle selezioni per entrare nel mondo del lavoro. Competizioni che fino a pochi mesi fa erano fortemente penalizzanti per i candidati con disturbi specifici dell’apprendimento costretti il più delle volte a tenere nascosto il proprio stato.
Dopo l’approvazione definitiva della Camera prevista questa settimana e la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, tutti coloro che hanno una certificazione DSA, potranno scegliere di comunicare la loro condizione nei colloqui di selezione, di utilizzare computer con sintesi vocale, calcolatrice, mappe concettuali, schemi e formulari, oppure se sono già assunti potranno avere strumenti compensativi per valorizzare al meglio talento e professionalità. Un risultato che l’Associazione Italiana Dislessia, da sempre impegnata nelle battaglie legislative, guarda con soddisfazione.
«Auspichiamo che attraverso la crescita di una nuova cultura nessuno debba più avere paura di dichiarare la propria condizione di DSA – ha commentato Antonella Trentin Vicepresidente dell’Associazione Italiana Dislessia – le persone con dislessia hanno talento nell’elaborare informazioni visive e spaziali, hanno capacità di problem solving, intuizione e creatività oltre ad un modo di pensare fuori dagli schemi, qualità che nell’attuale mondo del lavoro sono fondamentali».
Se oggi grazie alla legge e ad una nuova cultura i soggetti con disturbi specifici dell’apprendimento risultano avere skills più appetibili per certe posizioni, esistono però delle criticità ancora da superare. In particolare, la vicepresidente dell’Associazione Italiana Dislessia si focalizza sulla certificazione diagnostica «Per ottenere il riconoscimento DSA occorre una certificazione che viene rilasciata da centri pubblici o privati autorizzati. Oggi i centri sono pochi, ci sono lunghe liste d’attesa e nella maggior parte dei casi sono a pagamento. Con questa nuova normativa che cambierà la cultura e l’informazione sui DSA nelle imprese private è necessario che ci sia un centro pubblico per la diagnosi DSA per gli adulti in ogni regione italiana».
Per il presidente Andrea Novelli è importante poi allargare l’utilizzo degli strumenti compensativi anche nelle università: «Auspichiamo che nell’ambito dei diritti degli adulti con DSA le forze politiche si adoperino affinché agli oltre 16 mila studenti universitari con disturbi specifici dell’apprendimento venga data la possibilità di usare gli strumenti compensativi durante gli esami; diritto che oggi dipende dalla decisione del singolo professore». Si preannunciano dunque nuove battaglie per l’associazione che da anni aiuta ragazzi e adulti con DSA ad acquisire piena consapevolezza delle proprie capacità.
Un percorso che l’Associazione Italiana Dislessia porta avanti anche con le aziende affinché siano preparate ad accogliere nel modo migliore i lavoratori DSA. Perché ciò accada AID mette a disposizione “DSA progress for work”, il progetto rivolto alle imprese con l’obiettivo di supportare un inserimento positivo di lavoratori con disturbi specifici dell’apprendimento con un percorso win-win. Il progetto ha una durata tra i sei e i dodici mesi e si articola in cinque fasi che prevedono analisi ambientale, formazione, definizione di best practices, verifica e certificazione di azienda “Dyslexia Friendly Company”.
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