«Bisogna distinguere la scienza medica dalle deduzioni arbitrarie. Un’informazione non assume attendibilità solo perché veicolata dai social», spiega il conduttore televisivo, volto storico della medicina in tv con Elisir, ai microfoni di Sanità Informazione
Falsi miti e superstizioni, una scienza presunta e priva di contenuti autentici e soprattutto verificati. Questo il male dei nostri tempi, sostiene Michele Mirabella, giornalista e volto di Elisir, trasmissione storica dedicata alla salute, intervistato a margine della presentazione del libro ‘Le mie amiche streghe’ della conduttrice televisiva Silvia Bencivelli. L’argomento pseudoscienza è particolarmente attuale al giorno d’oggi, soprattutto in relazione alla polemica sui vaccini e all’indomani della morte di un bambino a Pesaro per un’otite curata solo con l’omeopatia senza l’ausilio di antibiotici. Ma a spaventare più di qualsiasi credenza o misticismo, è la consapevolezza che, ad allontanarsi dalla scienza medica, talvolta siano gli stessi camici bianchi.
«Basta pensare che l’autore di quella balla globale, circa l’autismo connesso alla vaccinazione trivalente, era un medico che si è rivelato essere un mascalzone – spiega Mirabella -. I dulcamara sono sempre esistiti con una differenza: che non avevano l’accesso alle produzioni d’informazione. È Tolstoj che scrive quanto la differenza tra le persone consista soltanto nella possibilità che hanno di approvvigionarsi di sapere. Tuttavia non sarà una maggioranza immensa a trasformare una stupidaggine in una verità scientifica: ancorché seguita e creduta da miliardi di persone rimane una sciocchezza. Il problema, oggi, è che con i social network, lo ‘sciocchezzaio’ non è solamente recettivo, è produttivo: qualsiasi persona può immettere su facebook o su altri social network informazioni non verificate. Il solo fatto che siano state messe in circolazione sul web, li rende (per chissà quale misterioso sortilegio) credibili, ed è questo l’errore: non si può pensare che per una malintesa idea della cosiddetta ‘par condicio’, si legittimi la presenza di una ‘fattucchiera’ che si oppone a uno scienziato».
In ogni caso, aggiunge il conduttore televisivo, «i medici lavorano bene e io sono convinto di questo. I medici sono una comunità che merita rispetto e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di professionisti coscienziosi, alcuni più competenti altri meno, ma come in tutte le professioni, bisogna portare rispetto a questa professione».