Roberto Caputo, direttore dell’Oftalmologia Pediatrica Meyer di Firenze: «L’attività all’aria aperta aumenta la produzione di dopamina che ha una certa efficacia nel controllo della progressione miopica». In fase di sviluppo anche lenti che rallentano la malattia
Cresce il numero di bambini e adolescenti miopi nel mondo, al punto che già si parla di epide-miopia e si stima che nel 2050 oltre il 50% della popolazione avrà bisogno di una correzione alla vista. Molto dipende da fattori genetici, ma anche da stili di vita non corretti. La conferma arriva dal professor Roberto Caputo, direttore dell’Oftalmologia Pediatrica della clinica Meyer di Firenze.
«La miopia ha una base genetica – spiega – perché le popolazioni asiatiche sono più predisposte alla malattia, ma ciò che è successo negli ultimi anni non può essere determinato solo da una predisposizione, ma quasi sicuramente dipende dall’ambiente e dal contesto in cui crescono i bambini. Negli ultimi 30 anni, infatti, è diminuita l’attività all’aria aperta e contemporaneamente è aumentata la cosiddetta attività da vicino sia per studio che ludico. Cellulare e tablet sono ormai una consuetudine per i ragazzi e questo ha determinato una impennata della miopia anche nelle popolazioni occidentali, passando dal 25% degli anni ’70 a quasi al quaranta percento tra europei e americani degli ultimi decenni».
Poco sport e troppa vita sedentaria, sotto accusa cellulari e tablet che impegnano i bambini e gli adolescenti in una visione prolungata da vicino che determina una progressione della miopia con il rischio dell’insorgenza di patologie oculari come maculopatia, glaucoma e distacco della retina. Fondamentale dunque la prevenzione. «La prima cosa da fare è stare più all’aria aperta e fare delle pause durante la giornata di studio – indica il direttore di Oftalmologia della Meyer ricordando che – nelle scuole di Singapore dove c’è il maggior tasso di miopia, esiste l’obbligo, nei soggetti miopi, di avere un’ora in più di pausa al giorno perché riduce lo sforzo da vicino, inoltre l’attività all’aria aperta aumenta la produzione di un neurotrasmettitore che si chiama dopamina e che ha dimostrato di avere una certa efficacia nel controllo della progressione miopica. Quindi il primo consiglio che posso dare alle famiglie e ai ragazzi è di fare sport all’aria aperta lasciando il cellulare in borsa».
Secondo alcuni studi trascorrere ogni giorno 40 minuti all’aperto comporterebbe una riduzione dell’incidenza della miopia del 23% e il rischio di progressione scenderebbe del 54% per i bambini che trascorrono ogni settimana almeno 11 ore all’aria aperta. Essenziale poi il controllo della vista a 3 e 6 anni e ricorrere a strategie terapeutiche in caso di progressione della miopia.
«Per correggere la miopia si interviene dapprima con gli occhiali e in seguito con le lenti a contatto. Ciò che è importante però è intervenire per rallentare la velocità con cui la malattia progredisce – aggiunge Caputo -. Questo si può fare con la somministrazione di alcune gocce a base di atropina diluita da distillare la sera in entrambi gli occhi. Purtroppo, questo prodotto non esiste in Italia a dosaggio utile per controllare la miopia e quindi è necessaria la preparazione fatta in modo galenico da farmacie autorizzate. Inoltre, da circa un anno sono uscite sul mercato delle lenti che utilizzano la tecnica del “de focus” periferico e che dai primi studi sembra rallentare la progressione della miopia. È una tecnologia che conosciamo da tempo, ma è stata impiegata in questo ambito solo negli ultimi due anni, ma sarà il futuro».
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