Definite le regole tecniche per evitare abusi
Il Garante ha detto sì: la rivoluzione digitale della sanità italiana può proseguire.
Lo schema approvato dall’Authority per la Privacy, frutto dell’elaborazione del tavolo di lavoro istituito presso il Ministero della Salute, segna un concreto momento di svolta con l’ok al decreto attuativo del Fascicolo Sanitario Elettronico.
La storia clinica degli italiani sarà, dunque, in rete. Ed è il caso di dire finalmente. Significa compiere un perentorio passo avanti, adeguarsi ai Paesi più evoluti dal punto di vista tecnologico e migliorare notevolmente il livello dell’assistenza.
Prima di arrivare all’atteso FSE saranno necessari ulteriori passaggi, ma nel frattempo il Garante ha fissato punti chiave di decisiva importanza. Sono stati individuati i criteri per il “patient summary” che riassume la storia clinica del paziente, il taccuino personale dell’assistito e gli obblighi di informativa, in modo che il cittadino, portato a conoscenza dei dati richiesti e delle diverse forme di consenso, abbia la facoltà di prestarlo o meno. Questo, ovviamente, mantenendo la garanzia di poter aderire, in ogni caso, alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale.
Stabilite anche le regole tecniche di sicurezza e gli accorgimenti idonei per evitare di esporre i cittadini ad abusi. L’accesso al fascicolo da parte degli operatori del Ssn dovrà, infatti, essere tracciabile, mentre la consultazione del FSE sarà limitata al personale sanitario che abbia in cura effettivamente il paziente, e solo per il tempo necessario. Una rivoluzione “controllata” destinata, però, a cambiare sul serio la sanità italiana.