Ma è guardia alta in tutto il mondo: un morto in Germania, due contagiati in Usa
Si aggrava in modo preoccupante il bilancio delle vittime di Ebola: non solo in Africa, dove ormai i contagiati sfiorano le diecimila unità e i decessi sono circa la metà.
La Germania registra il primo morto da Ebola a Lipsia: era un dipendente dell’Onu ammalatosi in Liberia e poi rimpatriato, mentre la Spagna tira un sospiro di sollievo per la guarigione dell’infermiera Teresa Romero.
Gli Usa, invece, stanno pagando lo scotto di alcune leggerezze procedurali: dopo il contagio dell’operatrice sanitaria che aveva assistito il paziente zero – poi deceduto – sono scattati controlli a tappeto che hanno portato all’individuazione di un’altra infermiera contagiata, impiegata nello stesso ospedale di Dallas. I falsi allarmi, in tutta Europa, non si contano più: a Roma e a Milano, nei giorni scorsi, sono scattate le procedure di emergenza per due cittadini africani vittime di un malore, in seguito al quale è scattato il ricovero in ospedale, che ha poi escluso il contagio.
Il vertice che si è tenuto il 16 ottobre a Bruxelles ha fatto il punto sul coordinamento delle azioni degli Stati membri contro il virus e sull’efficacia delle procedure di screening in vigore nei Paesi colpiti. La strategia è quella di curare i malati nei luoghi del contagio, potenziando gli ospedali locali, prima che partano per l’Europa. La Francia, dal canto suo ha annunciato che avvierà controlli medici negli aeroporti su tutti i passeggeri in arrivo da Paesi colpiti dall’epidemia, mentre il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha insistito, nei giorni scorsi, sulla necessità di assicurare la tracciabilità dei viaggiatori provenienti dall’Africa occidentale. Anche il presidente Usa, Obama, ha annunciato un vertice per individuare nuove misure di sicurezza alla luce della preoccupante situazione a Dallas. L’approccio con cui si affronta l’emergenza Ebola negli Stati Uniti “sarà cambiato sostanzialmente”, afferma il responsabile del Center for Desease Control, Thomas Frieden – perché ogni singolo contagio è del tutto inaccettabile”.