Salute 9 Dicembre 2014 18:46

Ebola: “Ecco come abbiamo riportato in Italia Fabrizio”

Intervista esclusiva al Ten. Col. Marco Lastilla, a capo della task force dell’Aeronautica Militare che ha provveduto al rimpatrio del medico di Emergency in biocontenimento dalla Sierra Leone allo Spallanzani di Roma

Ebola: “Ecco come abbiamo riportato in Italia Fabrizio”

Fa ancora paura Ebola, in tutto il mondo e ora anche all’Italia, che da due settimane segue con apprensione gli alti e bassi del suo “paziente zero”, Fabrizio. Il medico siciliano di Emergency è stato rimpatriato dopo aver contratto il virus in Sierra Leone, dove era operativo da circa due mesi, in piena emergenza. L’intera operazione, portata a termine dall’Aeronautica Militare, ha messo in luce una storia: una storia di eccellenza, tutta italiana.

Ed è questa realtà che oggi vogliamo raccontarvi, con l’intervista esclusiva – rilasciata alle nostre telecamere – al Ten. Col. Marco Lastilla, medico specializzato in malattie infettive presso il servizio sanitario del comando logistico dell’Aeronautica Militare. Lastilla era a capo della missione che ha riportato in Italia il medico, dal prelevamento in biocontenimento a Freetown (Sierra Leone) all’arrivo in aereo a Pratica di Mare, fino all’ospedale Spallanzani, dove è attualmente ricoverato. Le procedure di prelevamento, trasporto, e la speciale attrezzatura utilizzata, vengono accuratamente descritte dalle parole di Lastilla e dal video pubblicato in esclusiva dal nostro giornale.

Quali meccanismi e apparecchiature specifiche permettono questo trasporto?

Il nostro team è composto da 12 unità, tra personale medico – infermieristico e personale addetto alla decontaminazione: tutti professionisti altamente qualificati e preparati. Lavoriamo con barelle particolari, dotate di sistemi isolati certificati per i trasporti aerei, che consentono da un lato il trasporto in sicurezza del paziente e dall’altro la gestione clinica durante il volo, che in questo caso è durato più di sette ore. La barella è composta da un telaio rigido e da un envelope, una membrana in PVC trasparente che isola ma al tempo stesso consente la visibilità e la gestione del paziente. Il ricambio d’aria è garantito attraverso filtri ad alta efficienza, e la pressione interna è negativa: un fattore fondamentale grazie al quale, in caso di rottura, l’aria tende a rimanere all’interno e non contamina l’ambiente circostante.

Quanto è durato il viaggio e quali sono state – se ci sono state – le maggiori criticità che vi siete trovati ad affrontare?
La missione è durata complessivamente ventisei ore, dal momento dell’allerta al rientro in Italia. Il trasporto, invece, è durato circa sette ore. Il paziente era in stato febbrile, anche se in discrete condizioni. E’ stato assistito, gestito, trattato ed alimentato durante il volo. La fase più complessa è stata sicuramente il momento del prelevamento: il team è uscito dal velivolo indossando i dispositivi di protezione individuale ed ha inserito nell’isolatore il paziente, che viene quindi sollevato e caricato a bordo. Dopo questa “messa in sicurezza” il personale può procedere a decontaminarsi. Durante l’assistenza in volo, infatti, si è liberi da dispositivi e si lavora con l’isolatore.

Dalle immagini emerge la grande cura e l’attenzione dedicata a tutto il procedimento. State seguendo anche il decorso della malattie del paziente?
Sì, siamo in contatto con i colleghi dello Spallanzani. Si tratta, com’è noto, di una patologia estremamente complessa, che ha i suoi tempi, e che richiede cure sperimentali. Più passano i giorni, più si può ragionevolmente sperare in una guarigione, ma il caso resta davvero impegnativo.

Articoli correlati
Epidemia di Ebola, paura in Uganda
Torna la paura in Uganda: nell'ultimo mese, almeno 64 persone sono state infettate da una specie rara di virus Ebola, per la quale non sono disponibili vaccini o trattamenti e il primo bilancio parla di almeno 30 morti
di Stefano Piazza
Focolaio di Ebola in Congo. Oms preoccupata, subito al via nuova campagna di vaccinazione
«Il tempo non è dalla nostra parte», ha affermato Matshidiso Moeti, direttore regionale dell'Oms per l'Africa
di Stefano Piazza
Tutte le emergenze sanitarie affrontate nel 2020 (di cui non si sente parlare)
Non solo Covid: la seconda più grande epidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congo, febbre gialla in Togo e Gabon, morbillo in Messico, la battaglia contro le malattie tropicali e quella costante contro Hiv, malaria ed epatite. Tutte le emergenze sanitarie del 2020 combattute dall'Organizzazione mondiale della sanità
Coronavirus, Parrino (Emergency): «Sono le popolazioni che sconfiggono i virus»
Intervista al responsabile delle field operations della ONG che ha allestito l’ospedale da campo a Bergamo: «Non è molto diverso dai miei giorni in Sierra Leone»
di Tommaso Caldarelli
Ebola, autorizzato in Europa il primo vaccino contro il virus
Si chiama Ervebo ed è lo stesso vaccino utilizzato in Congo in via sperimentale
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"