Il questore di Roma Nicolò D’Angelo ed il generale Salvatore Luongo, comandante provinciale dei carabinieri, rassicurano: «Personale formato per questo tipo di emergenze, ma mai abbassare la guardia».Intanto Ebola, Mers e le altre pandemie continuano a far paura nel mondo
Formazione ed informazione sono ormai riconosciute come le principali armi per affrontare Ebola, MERS (Middle East Respiratory Syndrome) e le altre epidemie che minacciano il mondo. E’ proprio di oggi la notizia che, secondo l’OMS, “l’epidemia di Ebola continua a costituire una Emergenza Internazionale di Salute Pubblica, e che le raccomandazioni formulate fin qui ai paesi colpiti dovrebbero essere estese”.
Ma sul piano della sicurezza come siamo messi? Possiamo contare su un piano di emergenza nel caso in Italia dovesse svilupparsi una pandemia?
Proprio questa perplessità è stata espressa da diversi cittadini, che ai microfoni di Sanità informazione, hanno riconosciuto e sottolineato i progressi della ricerca e della scienza ed i risultati raggiunti, palesando, però, una certa preoccupazione, generata principalmente da un nemico di cui si conosce ancora troppo poco. A rasserenare gli animi il coordinamento interforze da tempo già attivo e le parole del questore di Roma, il dottor Nicolò D’Angelo e del comandante provinciale dei carabinieri di Roma, il generale Salvatore Luongo. Fianco a fianco nell’appuntamento di Federfarma, incentrato proprio sulla sicurezza dei cittadini attraverso un innovativo sistema di videosorveglianza all’esterno delle farmacie, hanno fugato i dubbi espressi dai cittadini nel “vox populi” di Sanità informazione.
Parlando specificatamente di Roma, il questore è stato chiaro: «Abbiamo tutte le energie, le capacità e le professionalità adatte per far fronte a questo tipo di emergenze. Credo che il personale – sia medico sia appartenente alle forze dell’ordine – sia adeguatamente formato». Ed al riguardo il generale Luongo fa notare che «Roma si è già trovata, in molte occasioni, a fronteggiare situazioni a rischio epidemia dovute all’afflusso di un numero elevatissimo di persone, dimostrando di riuscire a gestirle». Viene da chiedersi se ci siano però risorse sufficienti per affrontare una eventuale emergenza. « Le risorse sono quelle su cui possiamo contare oggi – aggiunge il comandante provinciale dei carabinieri – e quelle che dobbiamo mettere nel sistema, proprio perché c’è un’opera continua di razionalizzazione ma anche di sviluppo di nuove progettualità. Queste risorse sarebbero in grado di assolvere al compito».
Parole rassicuranti che arrivano proprio mentre MERS continua a confermarsi una pericolosa minaccia e l’incubo Ebola torna a far paura anche in Liberia, che era stata dichiarata libera dal virus il 9 maggio scorso dall’ Organizzazione mondiale per la Sanità. Un ragazzo di 17 anni è morto la scorsa settimana, e un secondo caso è stato confermato nei giorni scorsi nello stesso villaggio, Nedowein, a 40 km a sud dalla capitale. L’Italia, dopo essersi dimostrata un’eccellenza nella cura, con i risultati raggiunti dall’istituto per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” (nella gestione dei due casi italiani registrati), punta ad essere anche una roccaforte della sicurezza. Questo può avvenire facendo il massimo nella formazione del personale impegnato in prima linea e con una corretta informazione. Resta fondamentale, però, non abbassare la guardia tenendo bene a mente che Ebola ha già fatto 11.200 vittime. Ben venga, in tal senso, anche l’attenzione delle forze dell’ordine, che anche su questo fronte confermano la totale disponibilità a collaborare per garantire la sicurezza dei cittadini. «La sinergia interforze è fondamentale – chiosano il questore D’Angelo ed il generale comandante Luongo – e da tempo ormai abbiamo aperto un tavolo di confronto e di scambio di informazioni cui lavoriamo quotidianamente per migliorare la risposta ai cittadini e aderire alle loro esigenze di sicurezza».