Il vaccino verrà sperimentato a breve sull’uomo, ma intanto l’epidemia non si arresta. Contromisure impressionanti in Sierra Leone: un milione di persone in quarantena
Ha il marchio italiano il primo vaccino in grado di proteggere un organismo dal virus Ebola. Sviluppato da un team di ricercatori nei laboratori dell’Irbm Science Park di Pomezia, in provincia di Roma, è finora stato testato soltanto su alcune scimmie, ma i risultati sono più che incoraggianti.
Dieci mesi di immunità nei confronti del virus, contro la durata massima di efficacia raggiunta fino ad ora di un mese. Le speranze riposte dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) su questa cura sono enormi.
Secondo la rivista Nature Medicine, il principio attivo è stato inserito nel corpo di un gruppo di macachi usando un vaccino basato sul ChAd3. Una singola dose di questo vaccino è risultata capace di fornire un’immunità totale nel breve periodo e parziale nel lungo. Ora che la sperimentazione animale è stata portata a termine, il team (formato da ricercatori italiani e americani) ha annunciato che quella sugli esseri umani partirà nelle prossime settimane.
Il tutto verrà portato avanti dalla GlaxoSmithKline, multinazionale britannica che un anno fa acquisì la Okairos, azienda biotecnologica italiana che ha laboratori a Napoli e, per l’appunto, a Pomezia. Questi laboratori sono gli unici a poter produrre tutte le quantità di vaccino necessarie per procedere con la sperimentazione.
Ma mentre si aspetta, in Africa il virus continua a mietere vittime, in un’epidemia senza precedenti per diffusione, mortalità e, come afferma la Banca Mondiale “dall’impatto economico catastrofico per i Paesi più colpiti”. Sono più di 6000 le persone infettate, e i morti circa la metà. La Sierra Leone ha messo in quarantena un milione di persone: ciò significa che un terzo della popolazione non è libera di muoversi sul territorio dello Stato. E le massime cariche mondiali non restano a guardare: il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato l’invio di un contingente militare di 3mila uomini in Africa, e l’OMS ha chiesto alle Nazioni Unite lo stanziamento di un miliardo di dollari per far fronte all’emergenza sanitaria e umanitaria.