Si tratta del secondo caso registrato nel nostro Paese
Ebola di nuovo in Italia. Il secondo caso registrato nel nostro Paese riguarda un infermiere proveniente dalla Sierra Leone ricoverato inizialmente a Sassari e poi trasferito all’Istituto Nazionale per le malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, che nelle ore precedenti aveva effettuato le analisi del sangue e comunicato l’esito positivo.
L’infermiere sardo era appena tornato dall’Africa, dove aveva collaborato con un’associazione di beneficenza. Al termine del viaggio, si era sentito male ed era stato ricoverato con sintomi compatibili con quelli dell’Ebola. Nei prossimi giorni l’Istituto “Spallanzani” darà il responso definitivo delle analisi del sangue effettuate sul paziente per capire se si tratta effettivamente del virus che da oltre un anno sta falcidiando l’Africa occidentale.
Nel frattempo però proprio lo studio del virus potrebbe diventare un’arma in più nelle mani degli operatori sanitari di tutto il mondo per prevenire e curare future epidemie analoghe. In che modo? Studiando l’evoluzione del virus dallo scoppio dell’ultima epidemia ad oggi attraverso campioni di sangue infetto prelevato in tempi e zone diverse. Lo rivela il “New York Times”, in un reportage che racconta di come gli scienziati impegnati nella ricerca di una cura definitiva al morbo che sta falcidiando l’Africa Occidentale ne stiano “mappando” lo sviluppo e i movimenti.
L’obiettivo è duplice: da un lato, questo lavoro serve per avere una precisa idea della portata delle mutazioni intervenute nelle sequenze geniche del virus in modo da prevederne i nuovi possibili sviluppi per trovare una cura; dall’altro, le informazioni raccolte nel corso dello studio circa elementi come modalità di trasmissione, fattori che agevolano il contagio e la velocità di risposta delle strutture sanitarie all’emergenza, potrebbero essere utilizzate per aumentare le capacità di prevenzione, diagnosi e trattamento.
Un quadro completo della situazione, al momento, non c’è ancora. Fatto sta che sono state fatte scoperte molto interessanti. Sempre il “New York Times” rivela, ad esempio, che mutazioni del virus rilevate la scorsa primavera in Sierra Leone sono state trovate successivamente in Mali e in Liberia.
Fondamentali sono, però, non solo le analisi scientifiche effettuate, ma anche le informazioni raccolte “porta a porta” dalle persone che sono direttamente o indirettamente venute a contatto con la malattia. Incrociando i dati raccolti in laboratorio con i loro racconti è possibile infatti ricostruire con maggior precisione il passaggio e l’evoluzione del virus, in modo da tentare di prevedere i prossimi “movimenti” della malattia ed attrezzarsi per contrastare epidemie simili.
Su questo tema è di recente intervenuta anche Chelsea Clinton, figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti Bill e della candidata democratica alle prossime presidenziali Hillary. In un articolo sul “The Guardian” ha infatti messo in guardia il mondo sul rischio di sottovalutare, come è stato già fatto con Sars, influenza aviaria, influenza suina e Mers, il virus Ebola: “La nostra miopia – scrive – è stata un fattore determinante nell’impedirci di elaborare una risposta ad Ebola rapida ed efficace”. Secondo Chelsea Clinton le misure da adottare nell’immediato per arginare l’epidemia sono tre: “Bisogna elaborare una migliore definizione della sicurezza sanitaria; dobbiamo ascoltare ciò che chiedono i governi in tema di assistenza; investire su donne e ragazze con una strategia a lungo termine”.
Nel frattempo, per tutti gli italiani che vogliono spostarsi in maniera sicura – ed essere informati su quali zone del mondo sono a rischio Ebola e quali no – è a disposizione il sito “Viaggiare Sicuri”. Si tratta di un portale gestito da Farnesina e Unità di Crisi che viene costantemente aggiornato con le notizie più recenti e precise disponibili sul tema Ebola – ma anche su tutte le altre possibili emergenze – raccolte direttamente dalle zone interessate.
Nel sito è infatti presente una mappa interattiva dell’intero globo che permette la consultazione, in tempo reale, dei vari alert elaborati dal ministero degli Esteri e relativi alle varie situazioni di pericolo che è possibile trovare in giro per il mondo. Insomma, se una zona non è sicura, “Viaggiare Sicuri” lo comunica in tempi rapidissimi.
Il sito ha al suo interno anche una corposa sezione relativa a tutte le informazioni e le procedure da conoscere per non farsi trovare impreparati in nessuna occasione. Che si tratti dei documenti necessari per viaggiare, dell’assicurazione sanitaria, dei centri di vaccinazione o delle malattie infettive che è possibile contrarre e le relative modalità di trasmissione, “Viaggiare Sicuri” mette a disposizione dell’utente tutto quel di cui ha bisogno per muoversi in maniera informata e, dunque, consapevole.