L’utilizzo di prodotti sostitutivi della nicotina durante la gravidanza non è associato a eventi avversi o a complicazioni. A dimostrarlo è una nuova analisi dei dati condotta su donne fumatrici incinte da un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Addiction
L’utilizzo di prodotti sostitutivi della nicotina durante la gravidanza non è associato a eventi avversi o a complicazioni. A dimostrarlo è una nuova analisi dei dati condotta su donne fumatrici incinte da un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Addiction. “Questo studio valuta gli outcome di uno studio già precedentemente pubblicato e conferma che l’utilizzo di prodotti senza combustione come sigarette elettroniche e cerotti nelle donne in gravidanza non è associato ad esiti negativi per il feto”, spiega a Sanità Informazione Riccardo Polosa, fondatore del CoEhar, Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo, e professore ordinario di Medicina interna all’Università di Catania, secondo il quale questi stessi risultati potrebbero essere estesi anche ai prodotti a tabacco riscaldato.
Lo studio PREP 2 ha utilizzato i dati raccolti da oltre 1.100 fumatrici in gravidanza di 23 ospedali in Inghilterra e un centro antifumo in Scozia, per confrontare gli esiti della gravidanza nelle donne che facevano o meno uso regolare di nicotina sotto forma di sigarette elettroniche o cerotti alla nicotina, nel corso della gestazione. I ricercatori hanno effettuato misurazioni dei livelli di cotinina salivare, marcatore biologico di utilizzo di tabacco, all’inizio e verso la fine della gravidanza, e hanno raccolto informazioni sull’uso di sigarette o di tipi di sostituti usati da ciascuna partecipante, sui sintomi respiratori, sul peso alla nascita del piccolo e su altri dati relativi ai loro bambini. Lo studio ha rilevato che le sigarette elettroniche sono quelle più comunemente utilizzate nel gruppo studiato rispetto ai cerotti alla nicotina, con il 47% rispetto al 21%.
Riguardo al peso dei bambini alla nascita non sono state riscontrate differenze significative fra le donne che usavano anche uno dei prodotti sostitutivi della nicotina durante la gravidanza e quelle che fumavano soltanto. Inoltre, i bambini nati da donne che non fumavano durante la gravidanza non differivano nel peso alla nascita, sia che le donne usassero o meno prodotti a base di nicotina. In definitiva, l’uso regolare di prodotti a base di nicotina non è stato associato ad alcun effetto negativo nelle madri o nei loro bambini. “Lo studio contribuisce a rispondere a due importanti domande, una di carattere pratico e una riguardante la nostra comprensione dei rischi del fumo“, spiega Peter Hajek, del Wolfson Institute of Population Health della Queen Mary University di Londra e ricercatore principale. “Le sigarette elettroniche hanno aiutato le fumatrici in gravidanza a smettere senza rischi rilevabili per la gestazione”, aggiunge.
L’uso di prodotti contenenti nicotina per smettere di fumare in gravidanza appare quindi sicuro. “I danni alla gravidanza derivanti dal fumo, almeno in tarda gravidanza, sembrano essere dovuti ad altre sostanze chimiche presenti nel fumo di tabacco piuttosto che alla nicotina”, spiega Hajek. “E’ proprio nel processo di combustione (che sprigiona migliaia di sostanze tossiche) che si produce il danno per il feto”, spiega Polosa. “L’assenza di combustione consente di ridurre il danno fumo correlato e, come già dimostrato da una vastissima letteratura scientifica, il danno non è prodotto dalla nicotina. Se dunque l’assunto su cui si basa lo studio è l’assenza di combustione, nonostante non ci siano ancora studi specifici su questi strumenti, si può verosimilmente affermare che – continua – anche i prodotti a tabacco riscaldato non confermerebbero esiti negativi per il feto, cosi come per le elettroniche e i cerotti”.
“Da un recente studio del CoEHAR è emersa una generale sfiducia nei confronti dei metodi tradizionali per smettere di fumare – evidenzia Polosa – che porta molte donne a fidarsi solamente della propria forza di volontà e ha fatto emergere l’esigenza sempre più importante di ricevere informazioni e supporto anche durante i corsi preparto sui metodi e gli strumenti efficaci abbandonare il tabagismo”. Dice Tim Coleman, ricercatore dell’Università di Nottingham, che ha guidato il reclutamento dello studio: “Il fumo in gravidanza è un grave problema di salute pubblica e gli ausili contenenti nicotina possono aiutare le donne incinte a smettere di fumare, ma alcuni medici sono reticenti nel fornire sostitutivi a base di nicotina, come cerotti o sigarette elettroniche in gravidanza. I risultati forniscono ulteriori prove rassicuranti sul fatto che le sostanze chimiche del fumo di tabacco, piuttosto che la nicotina, siano responsabili dei danni correlati al fumo. Per cui l’uso di ausili contenenti nicotina per abbandonare l’abitudine al fumo è di gran lunga preferibile al continuare a fumare nell’arco della gravidanza”.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato