L’edentulismo esercita un impatto significativo sulla qualità di vita del paziente, per questo è necessario intervenire sulla problematica in modo efficace. Intervengono Raffaele Iandolo, Presidente CAO; Stefano Celotto, membro della Simg, e Andrea Mandelli, Presidente Fofi
Come affrontare l’edentulismo e quale può essere il ruolo di farmacisti, medici di medicina generale e odontoiatri nel supportare il paziente affetto? È questo il tema affrontato nel corso del sesto e ultimo appuntamento di in Bocca alla Salute, il format dedicato alla salute orale e realizzato da Sics (Società Italiana di Comunicazione Scientifica) e Popular Science con il contributo non condizionante di Procter&Gamble.
La puntata è il seguito dell’episodio precedente, in cui gli esperti hanno spiegato cos’è l’edentulismo e quali possono essere le conseguenze sulla salute dei pazienti. In questo incontro sono intervenuti Raffaele Iandolo, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri; Stefano Celotto, Medico di Medicina Generale e membro della Simg, la Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie, e Andrea Mandelli, Presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi).
Impatto sulla qualità della vita del paziente
Come ricorda Celotto, l’edentulismo esercita un impatto significativo sulla qualità di vita del paziente, per questo è necessario intervenire sulla problematica in modo efficace. “L’edentulismo ha importanti implicazioni sulle attività quotidiane”, dice l’esperto. “Prima di tutto viene intaccata la masticazione e quindi vengono modificate le abitudini alimentari del paziente, con il rischio di incorrere in carenze nutrizionali. Viene poi messo un limite alla fonazione del paziente, con conseguenze che possono essere anche importanti da un punto di vista psicologico. Infine, l’edentulia ha un impatto estetico e porta il paziente ad avere una scarsa considerazione di sé. Nei pazienti anziani in particolare questo può portare a un ritiro dalla vita sociale, con conseguenze importanti sulla salute, psicologica e fisica”.
La problematica coinvolge soprattutto le persone anziane, in aumento nel nostro Paese, ma anche i più giovani, come ricorda Iandolo: “la perdita parziale dei denti potrebbe non avere età, si può verificare anche relativamente presto”. Il Presidente sottolinea comunque che la situazione dei pazienti anziani è particolarmente problematica perché questi accedono meno agli studi dentistici. “Oggi una notevole percentuale di anziani in Italia mastica e sorride senza denti. Dal punto di vista sociale questo crea una problematica importantissima in termini di rapporti interpersonali e di salute generale della persona”, ribadisce Iandolo.
E fa un appello ai colleghi odontoiatri, ma anche ai decisori politici, affinché vengano destinate risorse allo scopo di venire incontro ai pazienti più anziani affetti da edentulismo, che rinunciano ai denti poiché non hanno accesso alle protesi.
Impianti fissi e protesi rimovibili
Le soluzioni proposte ai pazienti senza denti, nel momento in cui si trovano nello studio dentistico sono diverse e devono essere oggetto di un dialogo attento tra odontoiatra e paziente perché quest’ultimo possa scegliere quella che più si addice alle sue aspirazioni e al suo stile di vita.
“Se il paziente è completamente edentule si ricorre a protesi totali, che possono essere rimovibili o fisse, quindi appoggiate su impianti. Si tratta di due soluzioni estremamente differenti”, spiega Iandolo. “Nel caso di protesi fissa, su impianti, occorre un’igiene orale molto più accurata rispetto a quella che si ha nei confronti dei propri denti, con strumenti complementari allo spazzolino (manuale o elettrico), come scovolini e idropulsori”. Lo stesso avviene nel caso in cui il paziente conservi alcuni denti: le protesi parziali fisse, che si poggiano su impianti o su elementi dentali, devono essere pulite con una cura particolare.
“Diverso è il discorso delle protesi rimovibili che possono essere pulite anche al di fuori del cavo orale. Ricordiamo comunque che in genere i pazienti edentuli non sono molto attenti all’igiene orale per cui, in ogni caso, sia che usino protesi fisse sia che usino protesi rimovibili, raccomando controlli periodici dal dentista”.
Presa in carico a 360 gradi
In realtà il paziente con edentulia, come già accennato nelle puntate precedenti, deve essere preso in carico in modo attento anche dal medico di base, perché in genere si tratta di un paziente fragile con una maggiore probabilità di andare incontro a patologia e a eventi avversi. “Occorre una presa in carico a 360 gradi: il paziente non può essere etichettato unicamente come edentule, ma deve essere valutato complessivamente dal punto di vista della salute, alla ricerca di segni precoci di patologia sistemica”, sottolinea Celotto. Per la presa in carico dei pazienti edentuli è particolarmente importante la collaborazione tra professionisti sanitari, aggiunge il medico di base: “se mi rendo conto che il paziente edentule non è preso in carico in maniera adeguata dal proprio odontoiatra, devo essere io a indicargli di ritornare dal dentista, ricordandogli che il lavoro dell’odontoiatra non è finito nel momento in cui si ha una protesi totale”.
Gli episodi precedenti hanno messo in luce l’importanza di un’altra figura sanitaria nella presa in carico del paziente edentule: il farmacista. “Questi incontri sono stati l’occasione per riflettere sul fatto che lo spazzolamento dei denti e l’uso di tutti gli ausili per l’igiene orale non è la normalità. Tra professionisti abbiamo parlato di tematiche che coinvolgono la nostra capacità attiva di renderci protagonisti, intercettando, anche in anticipo, situazioni che possono essere degenerate. Noi farmacisti dobbiamo consigliare lo spazzolino idoneo, il dentifricio idoneo e il collutorio idoneo e dobbiamo riflettere sull’utilizzo delle creme adesive per fissare le protesi, soprattutto nei momenti in cui il cambiamento morfologico del paziente che avviene nel tempo, porta alla necessità di un assestamento della protesi mobile”, precisa l’esperto.
“È necessaria una collaborazione tra specialisti e un dialogo su temi critici che si inseriscono nel discorso generale della prevenzione”, conclude Mandelli. “La collaborazione migliora l’effetto della nostra professionalità e ci permette di affrontare insieme un cambiamento importante della popolazione che in Italia diventa sempre più anziana e quindi avrà sempre più bisogno di una squadra di professionisti della salute a sua disposizione”.