Al corso Ecm organizzato dall’Ordine dei Medici di Roma la consigliera valuta positivamente i due miliardi in più stanziati dal governo per l’edilizia sanitaria: «Previsione economica importante, ora investirli nel modo migliore»
La multidisciplinarietà come fattore chiave per la formazione dei medici. Ne è convinta Maria Grazia Tarsitano, consigliere del direttivo Omceo Roma, che ha presenziato al corso Ecm “Ambiente di vita e salute” organizzato dall’Ordine dei Medici di Roma in collaborazione con il Ministero della Salute, il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie e con l’Università La Sapienza-Dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale. Ingegneri e medici apparentemente rappresentano due professioni che non hanno molto in comune, e invece i campi in cui devono confrontarsi sono molteplici perché l’ambiente in cui viviamo incide notevolmente sul nostro stato di salute. «Oggi non parliamo più di una sola branca, di una sola professionalità – spiega Tarsitano a Sanità Informazione – ma ci troviamo davanti a problematiche complesse a cui non può rispondere un solo specialista. Con il Ministero della Salute e con l’Università Sapienza abbiamo deciso di iniziare una collaborazione che continuerà con altri eventi di formazione, sia diretti che telematici. Spero ne possano usufruire sia i medici, sia gli ingegneri con i quali abbiamo avviato questa collaborazione».
Dottoressa, l’ambiente in cui viviamo è una tematica fondamentale anche per garantire una buona salute. Ma da un punto di vista ambientale come dovrebbe intervenire la sanità pubblica per migliorare questo rapporto ambiente – salute?
«Sicuramente è una tematica fondamentale, tanta letteratura negli ultimi anni è stata scritta sul tema e quello che noi dovremmo fare è cercare di creare degli ambienti che permettano di affrontare meglio le patologie, soprattutto quelle croniche. È un lavoro sicuramente lungo perché prevede degli impegni economici importanti. Quindi in un riassetto di spesa del Sistema sanitario nazionale questa dovrebbe essere una voce da tenere in considerazione. Noi sappiamo che il 60% della spesa del Sistema sanitario nazionale, nelle varie Regioni, va verso il territorio e quindi una parte di questo incremento economico dovrebbe essere orientato proprio nella riorganizzazione degli ambienti. Creare proprio una voce di spesa in questo settore».
Lei fa riferimento a impegni economici, sappiamo che la legge di Bilancio ha stanziato due miliardi in più per quello che riguarda l’edilizia sanitaria. Cosa accadrà?
«Essendoci questa previsione economica importante, dovremo cercare di indirizzare questi soldi su spese specifiche, capire come investirli. Una delle cose fondamentali quando non si conosce la materia è la comunicazione. In primis il mondo sanitario e ingegneristico dovrebbero cominciare a collaborare in modo più stretto per creare dei settori di lavoro specifico. Come Ordine cerchiamo di supportare quello che in realtà è il rinnovamento reale. Sappiamo che, soprattutto nelle patologie croniche, la salute deve farsi giorno dopo giorno e non si deve aspettare l’acuzia ma semplicemente migliorare lo stato di vita. Quindi sicuramente creando dei tavoli di lavoro specifici e individuando quali sono le criticità maggiori. Serve fare tanta formazione, soprattutto nelle due categorie, ingegneri e medici, e poi in tutta la popolazione».
Lei faceva riferimento alla formazione. Lei che è un giovane medico, per quello che riguarda il lavoro multidisciplinare, come ad esempio per le categorie dei medici e quella degli ingegneri o degli architetti, ritiene necessario fare più formazione interdisciplinare non solo sul campo pratico ma anche nel post università?
«Questo punto è cruciale. Il lavoro d’equipe è l’unico lavoro che può portare a un cambiamento e a un miglioramento. Abbiamo cercato di fare come ordine anche altri passaggi, supportare e avviare delle collaborazioni importanti, tra cui anche i giornalisti. Abbiamo iniziato a fare dei corsi di formazione tra l’Ordine dei Medici e l’Ordine dei giornalisti, perché è importante lavorare insieme per far crescere il paese. L’Ordine dei Medici dei Roma è il più grande d’Europa e deve essere da esempio da questo punto di vista. Sempre però in collaborazione con gli altri perché da soli non si va da nessuna parte. Sicuramente serve la formazione a livello universitario, ma non possiamo chiedere tutto all’università. Secondo me gli ordini professionali devono collaborare insieme perché una buona formazione e una buona comunicazione sono cruciali per una popolazione consapevole».