Cala il numero di focolai di influenza aviaria ad alta patogenicita’ nel pollame in Europa, ma i gabbiani continuano a essere pesantemente colpiti dal virus e ci sono casi in America del Nord di infezione di animali domestici. Sono i principali risultati dell’ultimo rapporto sull’influenza aviaria dell’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare, del Centro europeo […]
Cala il numero di focolai di influenza aviaria ad alta patogenicita’ nel pollame in Europa, ma i gabbiani continuano a essere pesantemente colpiti dal virus e ci sono casi in America del Nord di infezione di animali domestici. Sono i principali risultati dell’ultimo rapporto sull’influenza aviaria dell’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare, del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, e del laboratorio di riferimento dell’Ue.
Il rischio per il pubblico in generale in Europa rimane basso, indicano le agenzie Ue, e i casi di infezione negli allevamenti di pollame sono in diminuzione. Ma il virus ha mostrato segnali di essersi ben adattato agli uccelli selvatici, colpendo pesantemente i gabbiani comuni e aumentando la mortalita’ di specie selvatiche gia’ a rischio come il falco pellegrino
A livello globale, le infezioni sono state rilevate per la prima volta in sei nuove specie di mammiferi, come mammiferi marini e mustelidi. Sono stati segnalati due casi in gatti negli Stati Uniti e un caso in un cane in Canada. Come misura precauzionale, l’Efsa raccomanda di evitare che gli animali domestici siano esposti ad animali morti o malati nelle aree colpite da influenza aviaria.