Alla presentazione dell’accordo quadro tra Istituto Ortopedico Galeazzi e Fondazione Fadoi per la Ricerca, Marco Cavaleri, responsabile vaccini e prodotti terapeutici dell’Agenzia Europea dei Medicinali, dà le linee di indirizzo sulla quarta dose e anticipa quelli che saranno i virus da affrontare in futuro
La ricerca in Europa e in Italia accelera. Il Covid non dà tregua ed EMA è in prima linea nello studio dei farmaci e dei vaccini. A confermarlo è Marco Cavaleri, responsabile vaccini e prodotti terapeutici dell’Agenzia europea del farmaco, intervenuto questa mattina a Milano presso il polo scientifico di Mind alla presentazione dell’accordo quadro tra l’Istituto Ortopedico Galeazzi e la Fondazione Fadoi per la Ricerca: «Sui vaccini siamo riusciti a generare evidenze rapidamente e grazie a studi osservazionali sappiamo quale è l’efficacia sul campo. Con i terapeutici, invece, è bene insistere affinché vengano fatti studi randomizzati che ci diano un’evidenza molto forte su quella che è l’efficacia di questi prodotti».
All’attenzione di EMA sono in particolare gli eventi avversi emersi durante la campagna vaccinale, come ha puntualizzato Cavaleri: «Questa è sempre stata una nostra priorità – ammette – sapevamo che avremmo avuto molte segnalazioni, per il semplice motivo che queste sono campagne di massa dove milioni di persone sono state vaccinate in un lasso di tempo molto breve. Il nostro approccio è rigoroso, valutiamo tutti gli elementi avversi per capire quali segnali si possono associare ad un vaccino e poi capire qual è la loro frequenza e chi maggiormente è colpito. Su questo non ci fermeremo mai».
Alla luce delle analisi fatte e dei dati, ancora parziali, sull’efficacia dei vaccini rispetto alle sotto varianti di Omicron, verrà studiata la campagna vaccinale per l’autunno nelle prossime settimane, anticipa il responsabile dei vaccini di EMA: «È chiaro che useremo un approccio simile a quello usato per l’influenza – spiega -, andremo a coprire i gruppi più a rischio, compresi anziani e chi ha patologie pregresse. Questo sarà il punto di partenza».
Mentre il Covid tiene alta l’attenzione, all’orizzonte si profilano nuovi virus che EMA sta studiando per non farsi trovare impreparata di fronte a possibili epidemie. «C’erano già dei focolai di virus piuttosto inusuali come Ebola in Africa o Zika in Sud America che hanno dimostrato come questi virus possono emergere e causare epidemie considerevoli. I fattori che li determinano sono diversi – puntualizza – dal surriscaldamento globale, al mondo degli animali selvatici che sta sparendo, con l’uomo che si appropria sempre di più dei territori. Oggi questo accade con il vaiolo delle scimmie che ha generato un focolaio diffuso in aree dove non era mai circolato. La malattia è più lieve del Covid, ma non vuol dire che deve essere sottovalutata e noi stiamo lavorando su studi clinici che ci permettano di dare indicazioni sugli antivirali e sul vaccino, che già esiste, da utilizzare al meglio. In futuro potrebbero emergere altri rischi per la nostra salute, si parla di virus trasportati dalle zanzare come Zika e Chikungunya che potrebbero creare dei focolai. Su di loro ci concentreremo nei prossimi mesi, senza dimenticare l’influenza».
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