Salute 18 Luglio 2023 14:39

HPV, Zampa: «Puntare su prevenzione e screening per eliminare il cancro HPV-correlato»

Gli obiettivi Oms: raggiungere entro il 2030 il 90% della copertura vaccinale contro l'HPV, il 70% della copertura di programmi di screening e accesso alle cure più adeguate almeno per 9 persone su 10
HPV, Zampa: «Puntare su prevenzione e screening per eliminare il cancro HPV-correlato»

L’Hpv è la nona causa di cancro femminile e il secondo tumore più comune nelle donne di età compresa tra i 15 ei 44 anni. Nella Regione Europea dell’OMS di casi se ne contano oltre 87mila. Numeri che hanno spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a chiamare all’azione tutti i Paesi per contribuire insieme alla lotta per l’eliminazione del tumore alla cervice uterina. E la voce dell’Italia si è levata oggi dalla sala Zuccari del Senato della Repubblica, in occasione del Convegno “Lotta ai tumori HPV correlati: prevenzione e screening per l’eliminazione”.

Senza cambio di rotta oltre 40mila morti

«Il tumore alla cervice uterina riflette chiaramente tematiche globali di iniquità sociale – dice la senatrice Sandra Zampa, promotrice del Convegno, in un’intervista a Sanità Informazione -. Più dell’85% delle persone affette nel mondo sono donne giovani, poco istruite e che vivono in Paesi a basso reddito. Si stima che le nuove diagnosi sfioreranno le 700mila e le morti oltre 40mila, senza interventi attivi». L’infezione da HPV è prevenibile sia attraverso interventi di prevenzione primaria, ovvero tramite le campagne vaccinali, sia tramite interventi di prevenzione secondaria, come le campagne di screening. E su questo l’Oms ha fissato obiettivi ben precisi: raggiungere entro il 2030 il 90% della copertura vaccinale contro l’HPV, il 70% della copertura dei programmi di screening e fare in modo che almeno 9 persone su 10 abbiamo accesso alle cure più adeguate.

I tumori HPV-correlati

In Italia l’HPV è responsabile di oltre il 95% dei tumori della cervice uterina. Ma non è tutto: l’HPV provoca anche patologie da cui scaturiscono costi diretti, come visite specialistiche, esami di approfondimento e costi indiretti molto importanti.  «In un recente studio, pubblicato su Lancet Oncology, –  racconta la senatrice – viene fatta una proiezione, secondo cui, senza interventi di contrasto verrebbero diagnosticati più di 44 milioni di infezioni da HPV tra il 2020 e il 2069. Sono studi che mostrano inequivocabilmente la necessità di parlare di prevenzione ma soprattutto di costruirla attivamente», aggiunge Zampa.
Da non sottovalutare nemmeno l’impatto dell’HPV sul genere maschile: il virus è responsabile di diversi tumori del tratto ano-genitale, delle vie aeree e del tratto digestivo. «Gli uomini omosessuali – aggiunge la senatrice Zampa – sono particolarmente in pericolo, soprattutto considerato anche il maggior rischio di contrarre l’infezione da HIV».

Prevenzione e medicina di iniziativa

Nonostante sia stato ampiamente dimostrato, come evidenziato dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023, che la vaccinazione delle ragazze e delle adolescenti è l’intervento più efficace per ridurre il rischio di sviluppare il carcinoma del collo uterino, l’adesione alle campagne vaccinali ha subito una forte contrazione negli ultimi anni, soprattutto a causa della pandemia da Covid-19. A ciò si aggiunge una disomogeneità dei servizi di prevenzione sul territorio nazionale. «La prevenzione e la medicina d’iniziativa – dice Zampa – dovrebbero  rivolgersi prima di tutto all’individuo sano, rafforzando l’idea che la salute territoriale deve accompagnare le persone in tutte le fasi della vita e coinvolgendo orizzontalmente diverse professioni: medici di medicina generale, specialisti, infermieri, assistenti sanitari».

La vaccinazione

Le campagne vaccinali non possono essere uguali per tutti: «Rafforzare la comunicazione sui vaccini significa soprattutto individuare la popolazione target e individuare il mezzo più idoneo per raggiungerla. Di HPV bisogna parlare alla popolazione giovane e alle loro famiglie, sfruttando quello che la digitalizzazione e integrando la promozione della salute nei contesti di vita dei giovani, in primis nelle scuole e nei luoghi di aggregazione –  sottolinea la senatrice -. In una popolazione in continuo cambiamento, particolare attenzione va posta alle cosiddette persone “hard to reach”: nel caso del papillomavirus bisogna intercettare soprattutto donne straniere, su cui pesano barriere linguistiche e culturali, cercando di disegnare i servizi anche in base ai loro bisogni e cercando di ridurre le distanze tra le comunità  – in particolar modo quelle marginalizzate – e i professionisti sanitari».

Se mancano le risorse

Ma anche in questo caso è la mancanza di risorse adeguate il principale ostacolo da superare. «Il Fondo Sanitario Nazionale dedica ancora troppe poche risorse alla prevenzione ed allo sviluppo della medicina di iniziativa. Per questo  continua la senatrice – bisogna sviluppare modelli di rete che soverchino gli attuali modelli di presa in carico, che seguano le persone non soltanto in tutte le fasi della vita ma anche nei loro luoghi di vita, facendo sì che strumenti di prevenzione, come la vaccinazione, siano percepiti non soltanto come necessari ma anche potentissimi. Le vaccinazioni e lo screening hanno reso l’umanità più in salute: superare la diffidenza – conclude Zampa – è un tema politico da cui non possiamo sottrarci».

 

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