«Continuano a crescere i casi di leucemie, linfomi, cancro della mammella, dell’oro-faringe e dei polmoni. Nelle zone d’Italia più inquinate, in solo dieci anni, queste patologie sono aumentate fino al 90%». Alessandro Miani, presidente Sima, lancia l’allarme in occasione del convegno “Emergenza cancro-Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti”
Pesticidi, metaboliti di farmaci e di prodotti per la cura personale, diossina, amianto, petrolio, policlorobifenili e mercurio sono solo alcuni dei nuovi killer silenziosi, i principali responsabili di molti dei nuovi casi di tumore. Sostanze tossiche che, scaricate nelle acque reflue o tra i rifiuti, contaminano il nostro cibo e le nostre risorse idriche, con un grave impatto sulla salute dell’uomo.
In solo dieci anni le patologie oncologiche sono aumentate fino al 90%. L’incremento massimo, secondo i più recenti dati raccolti dal ministero della Salute, riguarda le zone d’Italia più inquinate. Il cancro alla tiroide, il tumore alla mammella e il mesotelioma sono i tumori più diffusi in queste aree.
«La contaminazione di acqua, aria e terra ha ricadute negative sul benessere dell’uomo ed è un fattore determinante nello sviluppo, oltre che di patologie oncologiche, anche di malattie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare», ha spiegato Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e docente di Prevenzione Ambientale del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’università degli Studi di Milano.
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È stata proprio la Sima a promuovere il Convegno “Emergenza cancro-Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti”, un’occasione di confronto tra oltre 60 rappresentanti di Governo, Parlamento, associazioni di consumatori, della scienza e dell’imprenditoria, riuniti per fare il punto sulle criticità nel rapporto tra ambiente e condizione fisica e proporre possibili soluzioni per ridurre gli effetti dell’inquinamento sulla salute e qualità di vita.
«Il dato più preoccupante di tutti – ha aggiunto Miani – riguarda i nostri figli e i nostri giovani: la maggiore incidenza di tumori si registra nei bambini tra 0 e 14 anni e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni nell’area del Sud Europa che comprende, oltre all’Italia, Cipro, Malta, Croazia, Spagna e Portogallo (i dati sono emersi da uno studio condotto in 62 Paesi dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), in collaborazione con l’Associazione Internazionale dei Registri del Cancro, ndr).
Anche l’ultimo rapporto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) a cura dell’Istituito Superiore di Sanità rileva un’”emergenza cancro” tra i più giovani. I dati raccolti in 28 dei 45 siti italiani maggiormente inquinati hanno sottolineato un incremento di tumori maligni del 9% nei soggetti tra 0 e 24 anni, registrando picchi del 50% per i linfomi Non-Hodgkin, del 62% per i sarcomi dei tessuti molli e del 66% per le leucemie mieloidi acute.
Oltre ai fattori inquinanti più conosciuti esistono anche dei contaminanti emergenti, ancora poco noti e non identificati nelle normative: «Nelle nostre acque troviamo metaboliti di farmaci e di droghe, plastiche e microplastiche, sostanze che finiscono nel ciclo alimentare dei pesci che mangiamo. Ugualmente preoccupante – ha aggiunto il presidente Sima – l’inquinamento indoor, lo smog, i composti organici volatili».
Esistono delle leggi che dovrebbero porre un freno all’inquinamento, ma non sono sufficienti: «Dal punto di vista legislativo – ha commentato Miani – l’Italia è rimasta un po’ indietro. Ad esempio, il Paese è in effrazione rispetto alla normativa europea sul gas radon, prima fonte di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta. Anche per l’amianto non esistono leggi così stringenti e specifiche».
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«Per questi motivi – ha continuato il professore di Prevenzione Ambientale del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’università di Milano – l’impegno della nostra Società scientifica è anche quello di stimolare la classe politica all’azione e di sensibilizzare ed educare la popolazione. I cittadini, spesso, si sentono inermi di fronte a queste problematiche. Ma non è così. Noi stessi, con le nostre scelte quotidiane possiamo imparare a rispettare l’ambiente tutelando contemporaneamente anche la nostra salute con scelte consapevoli, a partire dagli acquisti piccoli o grandi di tutti i giorni (www.prevenzione.life). Quello che facciamo oggi avrà ricadute tangibili tra 30 anni: dobbiamo quindi agire subito – ha concluso Miani – per consegnare alle future generazioni un ambiente sostenibile».