Allarme Dengue, cresce la preoccupazione anche in Italia: si contano 24 nuove infezioni in un mese. Lo riporta l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel mirino, l’epidemia record in Sudamerica: oltre 3 milioni di casi dall’inizio di quest’anno, come riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità. Da inizio 2024, sono 283 i casi confermati di Dengue segnalati all’ISS in Italia, con un picco tra i mesi di febbraio e aprile, tutti associati a viaggi all’estero.
Con l’obiettivo di formare i professionisti sanitari e permettere loro di informare la popolazione generale su questo virus emergente, è nato il corso “Febbre Dengue: facciamo chiarezza“ (1.5 ECM), tenuto dal Prof. Massimo Andreoni (SIMIT) e organizzato da Consulcesi Club. Il Corso di formazione continua in medicina, fruibile in modalità a distanza e disponibile gratuitamente con la sola registrazione a Consulcesi Club, offre un approfondimento sulle implicazioni epidemiologiche, diagnostiche e gestionali della Dengue nel contesto italiano. È il primo corso in Italia registrato all’Agenas a trattare specificatamente il tema della Dengue.
La febbre Dengue: cos’è
La febbre Dengue è una malattia infettiva diffusa dalla zanzara Aedes. Le manifestazioni del virus includono: febbre alta, mal di testa con dolore attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, e in alcuni casi un esantema diffuso che compare dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Di recente è stata segnalata una grande epidemia in Sudamerica ed in particolare Brasile e Argentina. La maggior parte dei casi si manifesta con una lieve malattia, simile a un’influenza. Il 5% dei pazienti è colpito da una forma più acuta, che può provocare complicazioni gravi con danni alle funzioni vitali degli organi, fino alla morte. La sua diffusione è preoccupante anche in paesi come l’Italia, dove – pur se assente la zanzara Aedes – la presenza della zanzara tigre aumenta il rischio di trasmissione locale, in quanto anche quest’ultima può fungere da vettore. Nel 2023, infatti, i casi autoctoni di Dengue in Italia sono stati 82.
Dieci raccomandazioni per affrontare l’epidemia
Nel corso ECM di Consulcesi Club, il prof. Andreoni ha condiviso preziosi consigli per i viaggiatori e coloro che ritornano da zone a rischio di febbre Dengue. L’esperto ha anche dato delle raccomandazioni rivolte alle Istituzioni e alle strutture Sanitarie.
Tra queste:
- Vaccinazione: quando si viaggia in zone ad alta endemia come il Brasile per lavoro, la vaccinazione è raccomandata come prima indicazione. Per soggiorni brevi, sono consigliati repellenti cutanei, abbigliamento protettivo e altre misure cautelative per ridurre il rischio di punture di zanzare.
- Misure preventive per viaggiatori: Avere dei vestiti a manica lunga e con i pantaloni lunghi soprattutto nelle ore in cui le zanzare sono più aggressive, quindi la mattina presto oppure nella tarda serata. I vestiti meglio chiari perché il colore chiaro non è amato dalle zanzare. Usare anche repellenti. Quindi, utilizzare anche sistemi all’interno delle abitazioni contenenti sostanze che a lento rilascio cacciano le zanzare. In sintesi, usare tutta quella serie di interventi finalizzati a ridurre il rischio di essere raggiunti dalle zanzare.
- Consigli per chi rientra da zone a rischio: è essenziale essere consapevoli dei sintomi della dengue, quali febbre alta, dolori articolari e rash cutaneo, e consultare immediatamente un medico in caso di manifestazione di tali sintomi entro cinque-sei giorni dal ritorno da viaggi in zone endemiche.
- Strategie di prevenzione in Italia: con tutti i casi di dengue attualmente importati, è fondamentale adottare misure di controllo ambientale per prevenire la trasmissione locale della malattia. Questo include l’isolamento dei pazienti infetti, la disinfestazione ambientale e il monitoraggio attivo dei casi.
- Monitoraggio attivo dei casi: è essenziale che i medici di medicina generale siano in grado di individuare precocemente i casi di dengue, tenendo comunque presente che il 50% dei soggetti infettati rimangono asintomatici. Un monitoraggio attivo dei sintomi con la segnalazione di viaggi in zone endemiche è fondamentale per prevenire la trasmissione locale della malattia.
- Comunicazione medico-paziente: ai primi sintomi sospetti bisogna parlare con il proprio medico curante. Ricordargli che si è rientrati da un viaggio in una zona in cui c’era endemicamente la dengue. Questo è molto importante, perché oltre a essere curati in maniera tempestiva, riduciamo la diffusione. Infatti, il paziente deve fare attenzione ed evitare di essere punto da una zanzara che può quindi trasmettere la malattia ad altre persone.
- Contrastare l’endemicità in Italia: le strategie per prevenire che l’Italia diventi un paese endemico richiedono un approccio complesso e mirato. È fondamentale ridurre al minimo la circolazione delle zanzare attraverso la disinfestazione ambientale e il monitoraggio attivo dei casi di dengue.
- Gestione dei pazienti contagiati: quando si identifica un paziente infetto, è cruciale isolare il paziente per prevenire ulteriori punture di zanzara che potrebbero trasmettere la malattia ad altre persone. E’ anche importante bonificare l’ambiente in cui il paziente vive, utilizzando insetticidi per eliminare le zanzare.
- Coinvolgimento delle autorità sanitarie: è necessario un coordinamento internazionale stretto tra autorità sanitarie, operatori sanitari e cittadini per implementare efficacemente le misure preventive e di controllo della dengue.
- Informazione e sensibilizzazione: infine, è fondamentale educare la popolazione sull’importanza della prevenzione della dengue e sulle misure da adottare per proteggere sé stessi e gli altri dalla malattia. Per informare i pazienti, è necessario innanzitutto formare i medici e i professionisti sanitari.