I triptani rappresentano il trattamento di prima scelta nelle emicranie d’intensità moderata-forte
In tutti i pazienti che soffrono di emicrania episodica, è indicato un trattamento farmacologico acuto o sintomatico, con lo scopo di ridurre sia l’intensità sia la durata dell’attacco.
Le opzioni farmacologiche sono diverse: si distinguono farmaci aspecifici – quali gli antinfiammatori non steroidei, il paracetamolo o una loro combinazione, indicati nelle crisi lievi-moderate – e farmaci specifici, come i triptani, che rappresentano il trattamento di prima scelta nelle emicranie d’intensità moderata-forte.
Una volta scelta l’opzione terapeutica più appropriata per il tipo di attacchi di un dato paziente, le linee guida della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) raccomandano di assumere il farmaco al minor dosaggio utile a raggiungere la completa risoluzione delle crisi e il più precocemente possibile. Inoltre, si consiglia l’uso di formulazioni con un solo principio attivo.
I triptani hanno dimostrato un favorevole profilo di efficacia non solo sul dolore, ma anche sui sintomi di accompagnamento, come foto- e fonofobia, nausea e vomito, che spesso accompagnano gli attacchi emicranici. Inoltre, questa classe di molecole è efficace su più attacchi, confermando una notevole costanza dell’effetto, e sul lungo termine, manifestando così assenza di tachifilassi
Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, in passato sono state espressi alcune preoccupazioni sul rischio cardiovascolare associato ai triptani, che in parte ne hanno limitato l’uso. Ciò ha spinto l’American Headache Society (AHS) a nominare una commissione di esperti che ha formulato in proposito una raccomandazione di consenso per l’uso dei triptani nella pratica clinica sulla base delle evidenze scientifiche disponibili.
Le conclusioni del documento si possono riassumere in quattro punti:
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