Da oggi il Green pass Ue è necessario per viaggiare oltre i propri confini. Ma è valido per i guariti che hanno fatto una sola dose di vaccino? E come comportarsi se si viaggia con bambini piccoli?
Entra ufficialmente in vigore il Green pass Ue in tutti i 27 Paesi dell’Unione europea. Parliamo del Qr Code che si può recuperare sul sito del Ministero a due settimane dalla vaccinazione o con tampone negativo nelle precedenti 48 ore. I governi Ue si augurano così di poter permettere ai propri cittadini di tornare a viaggiare oltre i confini, sebbene per ora si sia ancora lontani da un’applicazione omogenea delle regole del pass.
Per esempio: quante dosi sono necessarie per usarlo all’estero? In Italia attualmente il Green pass viene rilasciato anche dopo una dose sola, indifferentemente sia ai guariti che non devono fare la seconda sia a chi ne è semplicemente in attesa. Questo pass è valido per partecipare a concerti, entrare in discoteca, visitare parenti in Rsa e presenziare a cerimonie di nozze almeno nel nostro Paese. Con una sola dose si può andare anche in Croazia, Austria e Repubblica Ceca, per esempio. Altri stati richiedono invece la doppia somministrazione.
All’inizio si era prefigurata una differenza tra chi aveva fatto una sola dose di AstraZeneca e chi aveva una sola dose di vaccino ad mRna. Nel primo caso, infatti, il richiamo era lontano nel tempo per regola e sembrava che questo concedesse dei vantaggi in più a chi aveva avuto questo prodotto. Ad oggi però questa riflessione sembra scomparsa e le prime dosi sono state uniformate, almeno all’interno del territorio nazionale.
Qui però si delinea la problematica “guariti”. Se si è superato Covid-19 da meno di sei mesi infatti, per norma si deve fare una sola dose. La validità del Green pass di un guarito, finché non potrà fare la seconda, sarà nulla fuori dal nostro paese. Con le eccezioni già elencante (Austria, Repubblica Ceca e Croazia). È verosimile che anche questi paesi si adeguino ora che la variante Delta minaccia il continente europeo.
Anche chi si è vaccinato all’estero, per motivi di lavoro o studio, ma resta cittadino italiano è per ora in dubbio sul da farsi. La convalida del Green pass va richiesta in ambasciata o negli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) ma le pratiche sono bloccate per ora.
Senza dimenticare chi viaggia con figli. Per i minori la situazione vaccinale è ancora in via di definizione. Ad oggi l’Ema ha approvato l’uso dei vaccini mRna anti-Covid per tutta la popolazione sopra i 12 anni. Dai 6 ai 12 anni è obbligatorio un tampone negativo, sotto i 2 anni non serve nulla. Ma la popolazione che va dai 2 ai 6 anni come deve regolarsi? A questo non c’è ancora una risposta chiara.
Il Green pass inizia dunque a rilento e se alcuni paesi, come il nostro, hanno ancora degli elementi da chiarire, ce ne sono altri che hanno dovuto ritardare la partenza per sistemare dei problemi tecnologici. Per ora Cipro, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Irlanda, Svezia e Romania non sono “in pari”. I tempi rischiano di dilatarsi ulteriormente per l’Irlanda, il cui sistema sanitario elettronico è stato colpito da un attacco hacker. Ma l’Ue non aspetta, i vertici sono stati chiari. Il Green pass dovrebbe diventare obbligatorio per molte più attività: per andare «ai concerti, ai festival, a teatro, al ristorante».
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