Due studi britannici hanno individuato il virus adeno-associato 2 come possibile causa dell’epatite misteriosa che ha colpito oltre mille bambini in tutto il mondo. L’infezione Covid-19 viene scagionata
Covid-19 non è il diretto responsabile dell’epidemia di epatite misteriosa che ha colpito molti bambini in tutto il mondo. Ma i lockdown imposti in pandemia potrebbero davvero aver giocato un ruolo importante. Ora gli scienziati hanno individuato un virus solitamente innocuo come principale colpevole dell’insolita infezione, che ha colpito oltre mille bambini e ragazzi in 35 paesi e che ha causato almeno 22 decessi. Due studi separati hanno concluso che il virus adeno-associato 2 (AAV2) sembra svolgere un «ruolo significativo».
Il virus, che normalmente non causa alcuna malattia, non può replicarsi senza un agente patogeno che lo aiuta, come un adenovirus, che di solito causa solo sintomi simili al raffreddore. La circolazione degli adenovirus è aumentata in linea con questo focolaio di epatite misteriosa. Secondo gli esperti, questo sarebbe dovuto al fatto che i bambini avevano un’immunità più debole quando hanno cominciato a ritornare alla normalità. Per questo, un team di ricercatori sostenuti dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ritiene che la doppia infezione con questi due virus possa offrire la migliore spiegazione per questa misteriosa epidemia.
Fino ad ora, gli scienziati erano molto confusi circa la causa principale della malattia, con teorie che incolpavano lo stesso Covid o addirittura una mutazione in un ceppo di adenovirus. Nel complesso, i due studi (uno pubblicato su medRxiv e l’altro in via di pubblicazione) che hanno esaminato dozzine di bambini in tutto il Regno Unito, hanno rilevato che il 96% dei bambini con epatite misteriosa aveva
«livelli elevati» di AAV2. Per fare un confronto, solo il 4 per cento dei giovani sani è risultato positivo all’AAV2 e a livelli molto più bassi. Antonia Ho, autrice principale degli studi, ha affermato che i lockdown e le restrizioni per l’emergenza Covid-19 hanno portato a
«una circolazione molto ridotta di virus stagionali». Ora che i giovani sono ritornati alla vita pre-pandemia «diversi tipi di virus» hanno iniziato a circolare.
Le persone colpite dall’epatite misteriosa hanno principalmente sotto i cinque anni d’età. Inizialmente sperimentano diarrea, vomito e mal di stomaco, seguiti poi da ittero, l’ingiallimento della pelle. In alcuni casi è stato necessario il ricovero in ospedale e tra questi il 40% è stato ricoverato in terapia intensiva. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato almeno 1.010 casi in 35 paesi. Quasi 50 casi hanno richiesto trapianti di fegato e 22 sono i morti associati alla malattia.
I due studi, che non sono stati ancora sottoposti a revisione paritaria, suggeriscono che l’AAV2 sia coinvolto nell’epidemia di epatite misteriosa. Il primo studio, condotto dall’MRC-University of Glasgow Center for Virus Research (CVR), ha esaminato nove bambini in Scozia, di età media di quattro anni. Sono stati tutti ricoverati in ospedale tra il 14 marzo e il 4 aprile e sono rimasti in media 10 giorni sotto le cure del SSN. Nessuno ha richiesto trapianti di fegato. Gli scienziati hanno estratti il DNA dai campioni di sangue, fegato, feci e gola dei piccoli pazienti. I risultati sono stati confrontati con quelli di 58 giovani sani. Ebbene, AAV2 è stato rilevato in tutti e nove i pazienti affetti da epatite ma in nessuno dei gruppi di controllo.
In un’analisi separata, i ricercatori hanno esaminato la genetica dei pazienti con epatite. Hanno così rilevato che quasi nove giovani su 10 con epatite (89%) ha il complesso dell’antigene leucocitario umano, rispetto a meno di due su 10 (16%) nella popolazione generale. Questa scoperta potrebbe svelare un altro pezzetto del misterioso motivo per cui alcuni bambini si sono ammalati gravemente.
«Il gene stesso è importante perché codifica per un recettore che presenta virus o altri agenti patogeni al sistema immunitario», spiega Emma Thomson, professoressa clinica e consulente in malattie infettive presso il CVR e autrice senior dello studio scozzese. «E quindi questo suggerisce che potrebbe esserci un collegamento a una causa immuno-mediata dell’epatite innescata da virus», aggiunge.
Tuttavia, la scienziata ha detto che erano necessari ulteriori studi per confermare il coinvolgimento di questo gene. Il secondo studio, condotto dal Great Ormond Street Hospital (GOSH) e dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, ha esaminato 28 bambini con epatite in Gran Bretagna. La loro analisi includeva campioni di fegato di cinque bambini che necessitavano di un trapianto e campioni di sangue degli altri giovani che non avevano bisogno di accedere a questa procedura. Quasi tutti i bambini sono risultati positivi per AAV2. Per fare un confronto, l’AAV2 era presente «solo molto raramente» al di fuori di questo gruppo, tra appena il 6% dei bambini sani e a «livelli molto più bassi».
Il sequenziamento dei campioni di fegato ha mostrato che AAV2 era presente e si era diffuso all’interno dell’organo. Entrambi gli studi hanno escluso che un’infezione da Covid recente o precedente abbia causato l’epatite. I test hanno mostrato che solo due terzi dei malati di epatite avevano anticorpi Covid e il virus non era presente in nessuno dei campioni di fegato. Nessuno dei giovani era stato vaccinato contro il Covid. Thomson ha affermato che AAV2 potrebbe essere utilizzato come un «biomarcatore utile» di una recente infezione da adenovirus, che potrebbe essere alla base dei casi di epatite misteriosa. «Ci sono molte domande senza risposta e sono urgentemente necessari studi più ampi per indagare il ruolo dell’AAV2 nei casi di epatite pediatrica», conclude.
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