Salute 28 Marzo 2024 14:47

Epatiti: Iss, 600 casi nel 2023. In aumento A, B ed E

Nel corso del 2023 in Italia sono stati registrati 523 nuovi casi di epatite A, B, C ed E. A questi si sommano 1 caso di epatite Delta e quasi 60 per cui non è stato determinato la famiglia del virus. Sono i dati che arrivano dal Sistema di Sorveglianza sulle epatiti Seieva, dell’Istituto Superiore di Sanità resi disponibili questa mattin

di V.A.
Epatiti: Iss, 600 casi nel 2023. In aumento A, B ed E

Nel corso del 2023 in Italia sono stati registrati 523 nuovi casi di epatite A, B, C ed E. A questi si sommano 1 caso di epatite Delta e quasi 60 per cui non è stato determinato la famiglia del virus. Sono i dati che arrivano dal Sistema di Sorveglianza sulle epatiti Seieva, dell’Istituto Superiore di Sanità resi disponibili questa mattina. Il bollettino mostra una lieve crescita delle forme A, B ed E rispetto allo scorso anno e un calo dell’epatite C. La riduzione, in confronto alla metà degli anni Ottanta, è però imponente: l’incidenza è scesa di circa 20 volte per l’epatite A, di 40 volte per l’epatite B e di 50 per l’epatite C.

Dai trattamenti di bellezza al consumo di alimenti a rischio, le origini delle epatiti

Nel dettaglio, nel 2023 sono stati notificati al Seieva 267 casi di epatite A. La maggioranza dei casi è risultata legata al consumo di molluschi crudi o poco cotti a viaggi in zone endemiche, rapporti sessuali fra uomini e consumo di frutti di bosco. 45 infezioni sono state registrate in bambini e ragazzi con meno di 14 anni. Sono stati 153 i casi di epatite B; in tal caso, le probabili fonti di infezione più frequenti sono stati l’esposizione a trattamenti di bellezza quali manicure, piercing e tatuaggi, le cure odontoiatriche, i comportamenti sessuali a rischio. Solo più indietro gli interventi sanitari.

Per le epatiti C il fattore di rischio più frequente è il ricorso a trattamenti estetici

Continua la discesa dei casi di epatite C: sono stati 51. In tal caso il fattore di rischio più frequente è stato il ricorso a trattamenti estetici (40,4% dei casi), che ha superato per la prima volta negli ultimi anni l’esposizione nosocomiale (29,4%); l’uso di droghe è stato registrato nel 27,1% del campione. 58, invece, i casi di epatite E, 4 dei quali in persone di ritorno da Paesi in cui l’infezione è endemica. La gran parte dei casi autoctoni risultano legati al consumo di carne di maiale o cinghiale cruda o poco cotta. Il rapporto sottolinea inoltre l’insufficiente quota di test eseguiti per rilevare l’epatite Delta. Il virus responsabile dell’infezione può infatti infettare le persone colpite da epatite B, aggravandone i danni al fegato.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Politica

Liste di attesa addio? La risposta del Consiglio dei Ministri in due provvedimenti

Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Giorgia Meloni, e del Ministro della salute, Orazio Schillaci, ha approvato due provvedimenti, un decreto-legge e un disegno di legge, che i...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...