Salute 15 Novembre 2016 11:28

Epidemia fungo killer: 4 morti nelle corsie Usa. Paura anche in Europa: puntare sulla formazione

La Candida Auris, un’infezione micotica potenzialmente mortale, si sta diffondendo negli ospedali di tutto il mondo. Attestati tredici casi negli Usa e cinquanta a Londra. Paura per il contagio negli ospedali italiani
Epidemia fungo killer: 4 morti nelle corsie Usa. Paura anche in Europa: puntare sulla formazione

Si chiama Candida Auris e dall’Asia è arrivata negli Stati Uniti fino in Europa. Si tratta di una pericolosa forma di micosi che si diffonde prevalentemente in ambienti ospedalieri ed è potenzialmente mortale. I dati per ora registrati circa la manifestazione e la diffusione del fungo non sono certo incoraggianti: secondo i CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) circa il 60% dei pazienti che ha contratto il contagio è deceduto. Nella maggior parte dei casi si tratta di pazienti ricoverati in ospedale, le cui condizioni cliniche sono abbastanza critiche, ma questo non basta a rassicurare gli esperti che lanciano l’allarme.

La Candida Auris è comparsa per la prima volta nel 2009, diagnosticata ad un paziente giapponese immediatamente isolato. Subito dopo sono stati segnalati altri casi in Corea del Sud, Sud Africa, Kuwait, Colombia Venezuela e Africa. Negli ultimi mesi sono stati dichiarati tredici casi negli USA di cui quattro decessi e tra luglio 2015 e luglio 2016 sono stati attestati cinquanta casi a Londra dove sono state messe in atto le misure precauzionali per limitare l’epidemia. Per adesso ancora nessun caso conosciuto in Italia.

Il fungo, resistente a molte terapie, sembra manifestarsi nei pazienti dopo qualche settimana di degenza ospedaliera e il contagio avverrebbe attraverso il contatto con superfici e materiali contaminati. In prevalenza l’infezione si manifesta nei malati che hanno subìto un intervento in sala operatoria o che utilizzano cateteri. Il fungo sembrerebbe resistente al fluconazolo, il più diffuso dei farmaci antimicotici e preoccupa la facilità e la velocità con cui si diffonde. Tom Frieden, direttore del Cdc, ha spiegato che è necessario agire in fretta e «fermare la diffusione di questo fungo resistente ai farmaci, si tratta di una minaccia emergente e abbiamo bisogno di proteggere i pazienti vulnerabili e anche tutti gli altri».

Le infezioni contratte in ambiente ospedaliero durante la degenza rappresentano una causa importante di mortalità fra pazienti. In Europa, queste infezioni si manifestano nel 6% dei pazienti ricoverati, con un numero stimato di circa 3.200.000 casi l’anno e un costo di circa 6 miliardi di euro. In Italia le cifre sono più alte, infatti la manifestazione di queste infezioni connesse all’assistenza ospedaliera è superiore alla media europea e si aggira intorno ai 300.000 casi l’anno.

Articoli correlati
Long Covid: rischio sovrastimato? Comunità scientifica divisa
Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c'è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all'interno della comunità scientifica
Long Covid: più vicini a un test del sangue per la diagnosi
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
Long Covid: il rischio aumenta quanto più a lungo dura l’infezione
Anche la durata dell'infezione è un importante fattore predittivo del Long Covid, responsabile della persistenza dei sintomi anche dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. A dimostrarlo è uno studio italiano
di V.A.
Covid, ISS: inquinamento aria aumenta infezione e mortalità
Esiste un legame tra incidenza di infezioni da Sars-CoV2, mortalità per Covid-19 ed esposizione di lungo periodo (2016-2019) ad alcuni fra i principali inquinanti atmosferici nel nostro paese, quali il biossido di azoto (NO2) e il particolato atmosferico (PM2.5 e PM10). Lo dimostrano i risultati di EpiCovAir, un progetto epidemiologico nazionale di ricerca su Covid-19 e inquinamento promosso da ISS e ISPRA-SNPA
di Redazione
Malattia di Lyme, più vicini a primo vaccino. Gobbi (Negrar): «Implicazioni importanti»
Tra un paio di anni potrebbe essere disponibile, per la prima volta in assoluto, un vaccino contro la malattia di Lyme. La sperimentazione sull'uomo, attualmente in corso in Svezia, ha dato risultati molto incoraggianti
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Settimana dell’Immunizzazione, Oms: “Vaccinare tutti è umanamente possibile”

L'edizione 2025 della Settimana mondiale dell'immunizzazione esaminerà non solo ciò che i vaccini fanno per migliorare la vita oggi, ma anche ciò si può ottenere nei prossi...
Prevenzione

Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, Sin: “Proteggere il cucciolo d’uomo sin dalla nascita”

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Tumore al seno: tossicità finanziaria per il 38% delle donne, 70% affronta spese extra per le cure

Presentati a Roma i risultati del sondaggio su 585 pazienti realizzato da ANDOS e C.R.E.A. Sanità, per indagare gli effetti collaterali della malattia in termini umani, organizzativi, economici...