Salute 28 Novembre 2023 14:15

Epilessia farmacoresistente, al Gaslini primo impianto di elettrodi intracerebrali

Piatelli (Neurochirurgo): “Grazie all'innovativo impianto, siamo riusciti a registrare l'origine delle crisi ed a guarire il bambino. Con questa metodologia si è potuto intervenire immediatamente sul paziente che è già  stato dimesso"
di I.F.
Epilessia farmacoresistente, al Gaslini primo impianto di elettrodi intracerebrali

In Italia soffrono di epilessia circa 500 mila persone e, nonostante oggi siano disponibili circa una trentina di farmaci per trattare questa patologia, il 30% dei pazienti risulta farmacoresistente. Ora, un tecnica particolarmente innovativa, che prevede un impianto di elettrodi intracerebrali, potrebbe cambiare il destino anche di coloro che non ottengono effetti dalle terapie farmacologiche. Gli specialisti dell’ospedale Gaslini di Genova hanno realizzato il primo impianto di elettrodi intracerebrali in un bambino affetto da epilessia farmaco-resistente e, in queste ore, si sta procedendo a un secondo intervento. “L’intervento, estremamente complesso, risulta fondamentale con pazienti affetti da epilessia focale che non reagiscono alla terapia farmacologica – spiega Lino Nobili, responsabile Neuropsichiatria del Gaslini – e permette di ottenere indicazioni precise per la prosecuzione dell’iter terapeutico altrimenti non individuabili”.

Una nuova tecnica per i pazienti che soffrono di crisi epilettiche “focali”

La tecnica realizzata dall’equipe multidisciplinare dell’Istituto pediatrico apre nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche per pazienti con problematiche complesse. L’obiettivo, infatti, è quello di migliorare le condizioni di pazienti che soffrono di crisi epilettiche “focali” grazie ad un impianto di elettrodi intracerebrali, secondo la metodologia stereotassica. “Grazie all’innovativo impianto, siamo riusciti a registrare l’origine delle crisi e così finalmente a guarire il bambino – aggiunge Gianluca Piatelli, responsabile di Neurochirurgia dell’Istituto pediatrico – in diversi casi gli elettrodi vengono impiegati direttamente al fine di consentire la ‘coagulazione’ di piccole porzioni di tessuto cerebrale, realizzando lesioni limitate e molto precise che possono portare già esse stesse alla soppressione degli episodi critici. Con questa metodologia si è  potuto intervenire immediatamente sul paziente che è già  stato dimesso”.

Un lavoro di squadra al Gaslini di Genova

Il risultato è  frutto della stretta collaborazione tra diversi settori specialistici dell’ospedale. L’intervento è stato svolto da un’equipe di neurochirughi, neurofisiologi, neuropsichiatri infantili, neurologi, neuroradiologi, tecnici di neurofisiopatologia, neurorianimatori, infermieri e anestesisti dell’Istituto. “L’introduzione della metodica ci qualifica a tutti gli effetti come Centro di Terzo livello in ambito internazionale – conclude Renato Botti, dg del Gaslini – siamo orgogliosi di aver intrapreso il primo passo lungo questa strada, che auspichiamo possa aprire nuove frontiere anche nella ricerca nell’ambito dell’epilessia”.

 

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