Dalle penne di Maria Emilia Bonaccorso e Massimo Crozza, “Positivi” parla a tutti noi per aiutarci a superare il trauma di Covid-19
Provare a ribaltare l’esperienza drammatica della pandemia dando importanza alle parole. A partire da una delle più pronunciate negli ultimi tempi: “positivi”. Prima di Covid-19 era un termine che richiamava entusiasmo e ottimismo e deve tornare ad esserlo. Questo sembrano dirci gli autori di “Positivi“, edito dalla casa editrice scientifica Publiedit da oggi in tutte le librerie e i bookstore online. Loro sono Maria Emilia Bonaccorso, giornalista dell’Ansa specializzata in temi di salute, e Massimo Cozza, psichiatra e direttore del dipartimento di Salute mentale dell’Asl Roma 2.
Insieme hanno voluto creare un titolo che aiutasse a ritrovarsi – con sé stessi e con gli altri – e tornare a un benessere psicologico. Grazie all’esperienza degli autori, in “Positivi” c’è un approccio scientifico ai disagi della pandemia. Ricco anche di suggerimenti per riconoscere i segnali di allarme psicologico e affrontarli.
Un vero e proprio percorso che analizza l’esperienza tragica che abbiamo globalmente vissuto, attraverso il dolore e le paure dei momenti peggiori, senza rimuoverli ma affrontandoli. Dalle morti “senza volto” di anziani che non hanno avuto vicino i loro cari, attraverso i disagi mentali dovuti ai pregiudizi e le trappole delle fake news, fino all’evoluzione nei modelli di vita, sia privata che lavorativa. Senza tralasciare il ruolo poco riconosciuto delle donne durante l’emergenza.
Nel lavoro di Cozza e Bonaccorso resta al centro il forte rapporto che esiste tra economia e salute, in tutti gli aspetti etici e non. «Se un virus ha cambiato il mondo – scrivono – ora noi possiamo forse cambiare qualcosa nelle nostre vite, con una maggiore fiducia in noi stessi e negli altri, con un po’ di consapevolezza in più su quanta forza si nasconda dietro ad una maschera (e anche una mascherina) di apparente fragilità».
Ad arricchire “Positivi” anche i contributi di Massimo Biondi, professore ordinario di Psichiatria all’Università Sapienza di Roma e responsabile dell’unità operativa di Psichiatria e Psicofarmacologia Umberto I, e Maria Rita Parsi, Parsi psicoterapeuta e saggista. La prefazione è curata da Piero Chiambretti, colpito duramente da Covid-19, che ha portato via sua madre. I diritti degli autori saranno interamente devoluti per la ricerca sul coronavirus dell’Istituto per Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma.
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